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«Montezemolo deve rilanciare il made in Italy» Al nuovo presidente della Confindustria indica le priorità. «Per vincere la sfida occorre fare squadra»

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Anche perchè quell'associazione con il noto marchio automobilistico lo mette a diretto contatto con il nuovo presidente della Confindustria Luca di Montezemolo. E Moretti Polegato salito da poco nel Gotha della grande industria italiana nota nel mondo, anche se ancora non siede nei salotti buoni della finanza, ha tutto il peso che gli dà un fatturato d'eccezione, per indicare a Montezemolo le priorità del suo mandato. A cominciare dall'attenzione a quella piccola e media impresa che è molto vitale e vincente mentre la grande si dibatte nella crisi. Abbiamo raggiunto Moretti Polegato a Dusserdolf dove sta inaugurando l'ottavo negozio Geox della Germania. La Geox è un esempio di impresa vincente che ha saputo contrastare gli effetti di un cambio penalizzante con l'euro forte ma che ha anche saputo vincere sulla crisi economica che ha colpito tutta l'industria europea. Quale è la ricetta. «L'euro forte ha colpito anche noi ma abbiamo saputo contrastare il cambio svantaggioso producendo in Paesi dell'area del dollaro. Ma l'arma vincente in qualsiasi momento di crisi è quella di avere un prodotto ad alto valore aggiunto che unisca creatività e tecnologia. E questi sono due elementi che le imprese italiane hanno ma che spesso non sanno sfruttare. Così altri Paesi ci rubano le idee. Geox ha introdotto nella propria strategia il concetto di squadra. Molte medie imprese sono accentrate tutte nel padrone che vuole controllare tutte le fasi della produzione. Noi invece deleghiamo molto ai manager». Quali dovrebbero essere le priorità del programma del nuovo presidente di Confindustria? «È stato detto che Montezemolo ha alle spalle la grande industria ma io dico che non può ignorare la piccola e media impresa. Il mondo imprenditoriale sta attraversando un momento difficile. La crescita economica stenta e la globalizzazione ha aumentato la competizione. Il nuovo presidente di Confindustria dovrà confrontarsi con questa realtà e trovare la formula giusta per rilanciare l'immagine delle imprese italiane all'estero. Ma occorre anche stimolare il governo a intervenire con misure a sostegno dell'industria. La politica finora ha fatto poco per lo sviluppo dell'economia, troppo presa da beghe interne». Quali sono i numeri del successo di Geox? «Nel giro di otto anni siamo passati a 5.000 addetti e ogni anno cresciamo al ritmo del 40%. Nel 2002 abbiamo prodotto 4 milioni e mezzo di paia di scarpe con un fatturato di 180 milioni di euro e nel 2003 la produzione è salita a 6 milioni e mezzo con un fatturato di 240 milioni. Quest'anno stimiamo vendite per 10 milioni di scarpe con un fatturato di 350 milioni».

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