Mediobanca scioglie il nodo Ferrari, a Lehman il 7,5%
Resta l'incognita dei 150 milioni di euro dei rimborsi per la mancata opa su Fondiaria
Sul tappeto resta invece l'incognita delle richieste di rimborso per oltre 150 milioni di euro per la mancata opa su Fondiaria da parte di sei ex azionisti della compagnia assicurativa. Dalla relazione sui conti semestrali , emerge che è stata trovata la soluzione per registrare a livello contabile la vendita del 6,5% di Ferrari a Lehman, effettuata a settembre 2002 con l'obiettivo di rientrare dal 21,5% sotto la soglia del 15%, limite massimo di partecipazione di una banca in un'azienda industriale. Visto che intanto, nel luglio 2003, è passata sotto il controllo di Piazzetta Cuccia la Monegasque de Banque (Mdb) e l'1% di Ferrari in mano a quest'ultima, nella rinegoziazione degli accordi con Lehman la banca milanese ha deciso di cedere agli americani il 7,5% e non soltanto il 6,5% pattuito in origine. Così alla fine del primo semestre, chiuso il 31 dicembre 2003, Mediobanca spa si trova socia al 14% di Ferrari, per un valore di 319 milioni di euro, mentre a livello consolidato la partecipazione si attesta al 15%. Si tratta di un primo punto di arrivo, in vista della quotazione finora rinviata della società automobilistica, dell'operazione partita con l'acquisto a fermo per 775 milioni da Fiat, a metà del 2002, del 34% di Ferrari, poi distribuito a Commerzbank per il 10%, Monegasque de Banque (circa l'1%), Popolare dell'Emilia (1,5%) e, in seguito, a Lehman. In quest'ultimo caso Mediobanca si era riservata la possibilità di riacquistare la quota ceduta sottoscrivendo un bond convertibile. Una altro fronte riguarda la mancata opa su Fondiaria. Al termine di una vicenda andata avanti per un anno e mezzo con l'intervento di Consob, Antitrust e Isvap, Mediobanca e Premafin erano state ritenute colpevoli di aver stretto un accordo occulto per dare la scalata a Fondiaria e di non aver lanciato un'Opa.