di LAURA DELLA PASQUA «LO SCIOPERO proclamato dai sindacati non è contro la riforma ...
Siamo pronti ad accogliere alcuni emendamenti presentati dall'opposizione. Chiederò un incontro con il prossimo presidente di Confindustria Luca di Montezemolo che dovrà dirci quale è la sua posizione sulle pensioni». Quanto alla crisi Alitalia «abbiamo pronto un piano d'intervento su tutto il trasporto aereo e un paio di ipotesi su misure di sostegno al reddito. Non è escluso che la compagnia debba pagare i contributi per gli ammortizzatori sociali». E poi l'inflazione e la politica dei redditi e come ricetta per la tutela del potere d'acquisto, le gabbie salariali. È un intervento a tutto campo quello del ministro del Welfare Roberto Maroni. Il ministro non appare affatto turbato per questo sciopero che gli è capitato tra capo e collo proprio mentre sta cercando di stringere i tempi. Ma non lo considera un incidente di percorso, uno stop alla riforma. Anzi appare tranquillo e mostra il documento presentato dai sindacati. «Guardi qui, bisogna sfogliare ben quattro pagine prima di arrivare al capitolo della previdenza. I punti contestati dal sindacato sono altri e riguardano la politica economica e su questi il governo dovrà dare una risposta». Con questo sciopero cambierà la tabella di marcia della riforma? «Niente affatto. Proprio perchè non è uno sciopero contro la riforma possiamo andare avanti. Diminuisce la pressione sul Senato e il confronto ora continua in Commissione. Anzi per la delega abbiamo tempi stretti. Il Documento presentato dai sindacati sulla politica economica fa capire al governo che il rapporto con i sindacati non si esaurisce al confronto sulle pensioni. Per questo chiederò a Berlusconi di incontrare i sindacati per un confronto sulle questioni che hanno posto tra le quali c'è anche la previdenza. Semmai sulle pensioni il dibattito è tra governo e opposizione; con i sindacati il discorso è più ampio». Avete detto di essere disponibili ad accogliere alcuni emendamenti dell'opposizione. Li avete già individuati? «Li stiamo esaminando. Gli emendamenti sono oltre 800 e alcuni possono essere recepiti. Dice il falso chi accusa il governo di non aver ascoltato le richieste del sindacato. Basta pensare che abbiamo rinunciato alla decontribuzione, abbiamo modificato il meccanismo di conferimento del Tfr ai fondi e abbiamo ammorbidito l'impatto dello scalone per le pensioni di anzinità dal 2008». Cosa si aspetta da Montezemolo, prossimo presidente di Confindustria? «Ho intenzione di incontrare Montezemolo prima della sua elezione ufficiale il 26 maggio. Gli chiederò se conferma l'indirizzo del suo predecessore sulla decontribuzione e sugli altri temi di politica economica. E voglio avere un chiarimento sulla riforma previdenziale prima di maggio perchè i tempi della delega sono stretti. Voglio anche affrontare con Montezemolo prima possibile i temi della politica del lavoro e della famiglia». L'aumento dell'inflazione riapre il discorso di una nuova politica dei redditi? È ancora attuale l'accordo del '93? «Il governo è disponibile a rivedere l'accordo del '93 sulla politica dei redditi ma non prenderemo iniziative in questo senso. Spetta alle parti sociali. È indubbio che andrebbe rivisto il meccanismo degli aumenti salariali per garantire il salario reale. Già nel libro bianco sul lavoro il governo ha sollecitato una riflessione sulla modifica degli assetti contrattuali dando più spazio alla contrattazione decentrata. Il salario andrebbe ancorato al costo della vita che è diverso da territorio a territorio. Il concetto è quello delle gabbie salariali anche se l'espressione non piace. Il contratto nazionale per la parte salariale è un tabù che si sta sgretolando. Insomma bisognerebbe dare più peso ai contratti territoriali». Un altro tema spinoso è quello del risanamento dell'Alitalia. A che punto siamo? Il governo ha assicurato che è pronto a intervenire ma i tempi sembrano allungarsi. «Ma quali tempi lunghi. Noi siamo pronti, abbiamo valutato diverse ipotesi d'intervento che riguardano tutt