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«Dalle Popolari un aiuto a Mediobanca»

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Il numero uno dell'istituto punta su un consorzio tra presidenti che credono nelle sinergie

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E' questo il controvalore, alle quotazioni di questi giorni delle azioni Mediobanca possedute da "Consortium" e Fin.Priv. srl, che per patti sottoscritti già al momento della fusione di Euralux nella banca di piazzetta Cuccia devono essere collocate. Non è un problema da poco, per una serie di ragioni, oltre al rilevante ammontare necessario, derivanti da situazioni di "potere" che si esercitano all'interno del "salotto buono milanese" e a cascata sulle Generali, nonché su situazioni che vedono diversi azionisti nella duplice veste di detentori di una parte del capitale e di "debitori" nei confronti della banca. A rendere ancora più complicate le cose, viene poi l'articolo 12 del Patto di sindacato, che prevede che la parte eccedente il 5 per cento di Mediobanca di proprietà di Consortium venga collocata da Capitalia e Unicredito "possibilmente presso banche ed istituzioni finanziarie prescelte fra coloro che possono efficacemente concorrere allo sviluppo e che non conducano attività che possano determinare conflitti di interesse con Mediobanca. Dette banche e istituzioni finanziarie dovranno ottenere il gradimento dell'Assemblea dei partecipanti al sindacato;;;" Anche per i soci di Consortium che vogliono alienare le azioni da loro possedute valgono le stesse regole: i loro acquirenti dovranno ottenere il previo gradimento da parte dell'Assemblea dei partecipanti al patto. C'è di che scoraggiare eventuali acquirenti. Non è il caso di Piero Melazzini, Cavaliere del lavoro, oltre che presidente della Banca Popolare di Sondrio, il quale nei giorni scorsi, immediatamente dopo la assemblea dei soci in una conversazione off-records aveva detto di essere interessato a entrare nel novero dei soci di piazzetta Cuccia. Lo abbiamo sentito per farci confermare il suo punto di vista, poche ore prima che gli venisse consegnato il premio "Guido Carli", quale presidente di banca di medie dimensioni di particolare efficienza." Ne ho parlato anche con Galateri del quale vanto l'amicizia e che stimo - ha voluto sottolineraci il cavalier Melazzini - in seguito alla notizia apparsa sulla stampa. Noi crediamo molto in Mediobanca perché è un'istituzione eccellente e di prestigio. Ci farebbe piacere quindi esserne soci." " Inoltre - ha proseguito Melazzini - per le sue attività di finanziamento a medio e lungo termine potrebbe essere funzionale alle attività delle banche popolari". Ma si tratta di un impegno finanziario gravoso, abbiamo inrterloquito. "Non è un problema che ho affrontato. Ho immaginato invece una sorta di consorzio, fra diverse banche cooperative, che credano, come noi nei sinergismi che si potrebbero creare". Per esempio? "la Banca popolare di Emilia e Romagna, o quella di Verona e Novara" è stata la risposta.

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