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L'Eni torna in Arabia dopo 30 anni

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Dopo aver vinto una gara internazionale alla fine del gennaio scorso l'Eni ha infatti firmato ieri a Riad un contratto di esplorazione e sfruttamento di un giacimento di gas naturale da 52 mila chilometri, un'area cioè grande come Valle D'Aosta-Lombaria-Piemonte. Un contratto che vedrà il gruppo italiano in qualità di operatore, riprendere l'attività up stream nel paese attraverso una joint venture (50% Eni) con la spagnola Repsol (30%) e la Saudita Aramaco (20%). Il colosso petrolifero italiano che non operava nel paese dal 1975, dai tempi cioè della nazionalizzazione delle ricorse petrolifere - che, di fatto, ha per quasi trenta anni tagliato fuori le major straniere - si rafforza così in una zona quale l'Arabia Saudita che, sul fronte del gas, è quinta al mondo per riserve stimate e undicesima per produzione (leader assoluta invece sul fronte del petrolio). Il contratto dalla durata di 40 anni firmato ieri nella città saudita dall'amministratore delegato del gruppo, Vittorio Mincato, e dal ministro saudita del petrolio, Al Naimi, - alla presenza del ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano - prevede la prospezione geofisica e la perforazione di quattro pozzi esplorativi in un'area di circa 52.000 kmq: il gas scoperto verrà commercializzato sul mercato interno per la generazione di energia elettrica, desalinizzazione e alimentazione di impianti petrolchimici. Condensati e NGL estratti dal gas saranno commercializzati invece destinati al mercato internazionale. «L'importante progetto - ha dichiarato Vittorio Mincato - rafforza la presenza dell'Eni in Medio Oriente, regione strategica per il futuro dell'industria degli idrocarburi mondiale e segna la ripresa delle attività upstream in Arabia Saudita, dove la compagnia aveva operato agli inizi degli anni Settanta». «Si tratta di una vittoria non solo per l'Eni ma anche per l'Italia» gli ha fatto eco Marzano. «L'Eni - ha spiegato ancora Mincato - impiegherà le migliori competenze tecnologiche e professionali e la grande esperienza acquisita come operatore in giacimenti giant in tutto il mondo, dal Kazakhstan alla Libia, per sviluppare in modo efficiente le risorse energetiche del Paese, rispettando allo stesso tempo i più stringenti standard ambientali e di sicurezza». La società - che aveva vinto insieme alla Repsol la gara internazionale alla fine dello scorso gennaio - è presente in Arabia Saudita con la divisione Refining and Marketing attraverso una serie di contratti con Saudi Aramco; attraverso la consociata Ecofuel ha una quota del 10% in Saudi European Petrolchimical Company-Ibn Zahr al quale fa capo un complesso dalla capacità di 1,4 milioni di tonnellate annue di Mtbe. E, ancora, con la Snamprogetti e la Saipem è presente nei settori dell'ingegneria e le costruzioni con diversi contratti chiavi in mano.

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