Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Micron sfida le aziende Usa e giapponesi Accordo con i sindacati per aumentare la competitività. Due commissioni per le strategie

default_image

  • a
  • a
  • a

È il caso della Micron Technology Italia che fa parte del gruppo americano Micron con sede ad Avezzano. L'azienda leader nel settore delle memorie dinamiche, ovvero quegli elementi che rappresentano il cuore dei microprocessori, ha lanciato una vera e propria sfida alle filiali giapponesi e americane della holding Usa. Obiettivo è di conquistarsi i fondi per investimenti in innovazione pari a 2 miliardi di dollari per i prossimi due anni che farebbero fare un vero salto di qualità all'azienda di Avezzano. Ma per ottenere questo risultato «la Micron Italia deve mostrare di avere tutte le carte in regola come produttività» spiega il portavoce dell'azienda Giuseppe Vecchio. La Micron di Avezzano rappresenta il 10% come dipendenti della multinazionale mentre ha il 20% del totale della produzione. Il gruppo statunitense detiene il 20% del mercato mondiale delle memorie dinamiche. Avezzano quindi è un significativo punto di riferimento. Tant'è che in cinque anni, cioè da quando Micron è in Italia, il gruppo americano ha investito 1 miliardo di euro. Si tratta di un flusso di denaro consistente, il 5% dell'insieme degli investimenti esteri in Italia. «Questo dato - afferma Vecchio - indica quanto marginale sia l'impegno di gruppi stranieri in Italia e quanto il nostro Paese sia scarsamente percepito come area su cui puntare. Ecco perchè l'azienda di Avvezzano è una sfida importante». Ora però la Micron Italia ha bisogno di fare un salto come innovazione che richiede uno sforzo finanziario maggiore. Si stima che nei prossimi due anni si dovrebbero investire circa 2 miliardi di dollari. Per presentarsi con le carte in regola e convincere la casa madre Usa a dare finanziamenti la sede di Avezzano sta anche agendo sulle relazioni con i sindacati. È stato definito una sorta di patto con le rappresentanze sindacali che condivideranno gli obiettivi di crescita aziendale. «Abbiamo convinto i sindacati che la strategia dell'azienda deve essere quella di confrontarsi con gli standard internazionali. Gli americani decono convincersi che siamo affidabili sotto tutti i punti di vista in modo che quando decideranno gli investimenti la scelta non cada sulle sedi concorrenti, quelle giapponesi di Singapore e quelle statunitensi». La Micron, dice Vecchio, fa da apripista anche nell'ambito delle relazioni sindacali. È stato definito un modello di relazioni partecipativo e di corresponsabilità. Sono state istituite due commissioni con rappresentanti dei sindacati e dell'azienda: una strategica che è un osservatorio dell'andamento del mercato e decide come anticipare i cambiamenti; l'altra, consultiva, dove si discute di come conciliare gli aspetti di competitività con quelli sociali e di qualità del lavoro e come gestire la ripartizione dei profitti.

Dai blog