di LAURA DELLA PASQUA SEMBRAVA accantonata defintivamente dopo che Alessandro Profumo, ...
Invece ieri l'ipotesi di una fusione tra SanPaolo Imi e Unicredit è tornata alla ribalta. A caldeggiare l'operazione è stato l'azionista del San Paolo tramite l'Ifil Umberto Agnelli che parlando dopo la presentazione dei dati di bilancio della Fiat ha detto che «sarebbe utile fare uno studio di integrazione tra Sanpaolo e Unicredit». Il presidente del Lingotto ha sottolineato che «lo studio è utile per vedere se l'integrazione è nell'interesse di tutti e due e comunque non è detto che è necessario fare la fusione». Insomma nessun pregiudizio sulle nozze tra i due gruppi ma prima bisogna verificare se è vantaggioso. Ma Agnelli non è il solo a guardare con interesse al matrimonio tra i due istituti. Già il vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona tempo fa si era detto possibilista e ieri Giuliano Segre, presidente della fondazione Carivenezia, azionista di SanPaolo con l'1,9% che «il nostro sistema bancario ha bisogno di soggetti in grado di competere in chiave europea. Se su questa strada fosse necessaria, per esempio, una joint Unicredito-SanPaolo, ben venga». L'ipotesi della fusione avrebbe inoltre nel ministro dell'Economia Giulio Tremonti un convinto sponsor. Dell'operazione si sarebbe parlato durante il vertice di Roma sulle autorithy del risparmio all'Aspen Institute. L'obiettivo sarebbe di togliere i due gruppi dalla morsa di Capitalia e del Governatore Fazio. Durante questa occasione Tremonti avrebbe rilanciato l'ipotesi di un nuovo assetto del sistema bancario dando il via libera alla fusione tra Unicredit e SanPaolo. Dalle nozze nascerebbe un gigante con oltre 6.000 sportelli solo in Italia e una massa di risparmio getito da 250 miliardi di euro e altrettanti di raccolta diretta da clientela. Questi dati metterebbero nell'angolo l'Intesa di Passera. SanPaolo e Unicredit sarebbero anche compatibili dal punto di vista del territorio con la prima che ha una presenza più capillare sull'intera pensiola e la seconda che è radicata nel Nordovest. Insieme i due gruppi verrebbero a collocarsi a metà classifica rispetto ai colossi europei. In Borsa si è convinti che le nozze non sono dietro l'angolo ma comunque è stato infranto il tabù dell'immobilismo del settore. Sanpaolo ha poi chiuso sotto i massimi della seduta (+1,48% a 10,35 euro) e Unicredit ha guadagnato l'1,19% a 4,24. Il risiko dele banche potrebbe rimettersi in moto. Di sicuro le prime a muoversi potrebbero essere le popolari a partire dalla Lodi alla Milano, alla Bpu, frutto delle nozze tra Bergamo e Commercio & Industria ma che starebbe studiando un paio di operazioni: la Vicentina e l'Etruria.