Berlusconi: sui prezzi effetto euro
Per il premier «sugli aumenti conta l'impatto della moneta unica»
E il presidente del Consiglio Berlusconi afferma che sull'aumento gioca «l'impatto dell'euro. Sapete che provoca certe situazioni». A trainare il carovita gli aumenti dei prezzi dei servizi sanitari, oltre che dei trasporti, della benzina. L'inflazione torna quindi a correre e, dopo la breve boccata d'ossigeno di inizio anno (quando è scesa dal 2,5% di dicembre al 2,2%), recupera a febbraio ben 2 decimi di punto. Immediata la levata di scudi da parte dei consumatori e di alcuni esponenti del sindacato. Sull'emergenza prezzi il Governo, fino ad oggi, «ha latitato», ha subito commentato il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, osservando anche che le cifre «confermano la giustezza delle nostre preoccupazioni». «Dopo cinque mesi che l'inflazione scendeva - ha aggiunto Epifani - con questo dato di febbraio riprende a salire in maniera purtroppo significativa». Per Adriano Musi, segretario generale aggiunto della Uil, «nonostante gli appelli a contenere i prezzi e le tariffe, la tendenza a salire dell' inflazione non arretra». E questo, aggiunge, «è un segnale preoccupante, perchè allontana la fiducia dal consumo, e quando non c'è fiducia e non c'è consumo ne risente tutta l'economia». A parere di Paolo Landi, segretario generale dell'Audiconsum, la revisione al rialzo dell'Istat «conferma quanto avevamo previsto, e cioè che la tensione inflazionistica non è scesa». Ma è da considerare anche il fatto che, nonostante i prezzi dei beni di consumo siano in alcuni casi scesi, il trend opposto verificatosi nei servizi fa presagire che nell' anno in corso, nonostante il calo dei consumi, le tensioni sui prezzi rimarranno elevate. Sempre dalle schiere dei difensori degli utenti, Sosoconsumatori-Telefono Blu sottolinea che «i prezzi purtroppo ripartono a causa di due situazioni paradossali: da una parte l'euro forte e il mancato rilancio economico mondiale, e dall'altra le dispute inutili sugli aumenti dei prezzi ed il change over». Il presidente dell'Adusbef Elio Lannutti, invece, torna ad attaccare l'istituto di statistica: «l'Istat - afferma - ha una sorta di masochismo ed ha un atteggiamento di provocazione nei confronti degli italiani: si diverte a giocare con la loro pazienza». E spiega: abbiamo «chiesto all'Istituto di mostrarci i prodotti monitorati, perchè a noi, utilizzando il loro stesso paniere ed il loro stesso sistema di calcolo, non tornano i conti».