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Accordo sulla riforma aumento dell'età minima 5 anni in più entro il 2014

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Un aumento dell'età minima di pensionamento di cinque anni entro il 2014 e un risparmio tra il 2008 e il 2013 di 39,3 miliardi di euro: queste le novità dell'emendamento alla delega di riforma del sistema previdenziale presentato al Senato secondo il quale l'età minima necessaria per la pensione di anzianità (sempre avendo almeno 35 anni di contributi) passerà dai 57 anni attuali (58 per gli autonomi) a 60 anni nel 2008 (61 per gli autonomi), a 61 nel 2010 (62) e a 62 nel 2014 (63 per gli autonomi). L'età media di pensionamento poi crescerà oltre questi livelli a causa della chiusura di due delle quattro finestre per l'uscita verso la pensione di anzianità, una misura che potrebbe ritardare l'uscita fino ad un anno per i dipendenti e fino a 18 mesi per i lavoratori autonomi. Età pensionabile: il diritto alla pensione di anzianità (prima quindi dell'età di vecchiaia ferma a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne) a partire dal 2008 si consegue per i lavoratori dipendenti con 35 anni di contributi e 60 anni di età. L'età cresce a 61 anni nel 2010 e a 62 nel 2014. Si potrà comunque continuare ad andare in pensione con 40 anni di contributi, a qualsiasi età. Donne: Dal 2008 le donne potranno ritirarsi prima dei 60 anni (per le lavoratrici coincide infatti l'età per l'assegno di anzianità e quella per il trattamento di vecchiaia) solo avendo versato almeno 40 anni di contributi. Dal 2010 mentre l'età minima per gli uomini cresce per le donne sarà possibile comunque andare in pensione di vecchiaia a 60 anni. Autonomi: per i lavoratori autonomi l'uscita anticipata è ritardata di un anno rispetto ai dipendenti (quindi sarà a 61 anni nel 2008, a 62 nel 2010 e a 63 nel 2014, salvo verifiche). Finestre: le finestre per la pensione di anzianità si ridurranno dalle 4 attuali (gennaio, aprile, luglio e ottobre) a 2 (gennaio e luglio). Per gli autonomi l'attesa può salire fino a un anno e sei mesi.

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