«Nessuna privatizzazione per l'Alitalia»
Annunciato l'avvio di 35 opere pubbliche entro quest'anno. A marzo accordo sulla Torino-Lione
Una sorta di ministro per un giorno, che annuncia l'avvio di 35 opere pubbliche quest'anno (otto visite nei prossimi tre mesi, sottolinea) e per Alitalia una soluzione domani in sede di Consiglio dei ministri. Per la compagnia aerea Berlusconi afferma che è alle viste una soluzione. E in tempi brevi, come chiesto dal vice premier Fini e dal ministro Martino. La giornata del presidente del Consiglio inizia al ministero delle Infrastrutture a Porta Pia. Accompagnato dal sottosegretario Gianni Letta, Berlusconi e affronta con il ministro, Pietro Lunardi, tutti i temi sul tappeto, dalle nomine alle Ferrovie («che si devono fare da qui a due mesi» mette in evidenza) alla vicenda Alitalia. Il premier coglie l'occasione per sottolineare, davanti al ministro che le ha volute, come le nuove regole introdotte con il Codice della strada abbiano salvato circa 1.500 persone. Le nuove norme, aggiunge, hanno prodotto «17 mila feriti in meno e portato a risparmi economici per la collettività pari a 12 mila miliardi delle vecchie lire». Un successo quindi. Che il governo sta utilizzando anche per fare pressione sulle compagnie assicuratrici affinchè abbassino il caro-polizze almeno a vantaggio di quanti conservano i loro 20 punti sulla patente. Ma l'attenzione è rivolta alle sorti del vettore tricolore. E Berlusconi rassicura. Innanzitutto confermando che il governo intende assolutamente chiudere entro domani la questione con un progetto di rilancio che, al momento non prevede nessuna ipotesi di privatizzazione. La soluzione dovrebbe dare indicazioni anche sul nuovo team manageriale e la politica di alleanze. Poi, sottolinea, «il governo sta pensando di estendere la cassa integrazione anche a questo settore» del trasporto aereo. «Tutte le compagnie aeree del mondo - lamenta - hanno risolto i problemi con riduzione dei costi e del personale, alcune hanno licenziato anche 10 mila addetti. Nel piano presentato dall'attuale dirigenza di Alitalia è prevista una riduzione di 1.500 addetti che ha scatenato il finimondo ed ha bloccato al vita normale dei cittadini: è difficile ipotizzare una politica di intervento operando in queste condizioni». Se la questione Alitalia occupa il primo posto nelle immediate preoccupazioni dell'esecutivo, il presidente del Consiglio non dimentica gli altri importanti nodi infrastrutturali che il suo governo sta cercando di portare a termine. Così sottolinea come l'Italia stia «lavorando con (il primo ministro francese) Raffarin per trovare un accordo entro marzo» sulla Torino-Lione. Berlusconi si dice fiducioso di arrivare ad un accordo e spera di «superare tutte le difficolta» dando un'indicazione anche sulla telenovela Salerno-Reggio Calabria: «Siamo dovuti intervenire a "piedi giunti" per sbloccare lavori, dividendo in pochi lotti l'intera opera» mette in evidenza il premier. Quindi il nodo sembra sciogliersi e appare «ormai sicura la data di ultimazione dell'opera». Intoppi e lungaggini non però sono mancati, anche perché l'Italia, riconosce il presidente del Consiglio, «non è come un'azienda e quando hai preso una decisione succede che ti scontri con un sistema burocratico che è il contrario di quanto è necessario per uno Stato efficiente ed utile per i cittadini».