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«La compagnia aerea non può sparire»

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E i pareri sono in maggior parte negativi. Anche perché Alitalia rappresenta un asset nazionale, al quale non si rinuncia così facilmente. Si può anche privatizzare, ma la componente italiana deve rimanere presente, e forte. In altre parole Alitalia non deve sparire, fagocitata magari da altre compagnie straniere più forti perché da tenpo hanno affrontato i problemi derivanti da tutta una serie di fattori, dall'ingresso dei «low-cost» carriers, che volando point to point hanno sottratto grosse quote di traffico locale, ai necessari ridimensionamenti dovuti allo scemare del traffico internazionale a seguito delle due torri di New York, della paura del terrorismo, della sars e della malattia dei polli, e così via. Le compagnie aeree di maggior peso si sono trovate strette fra queste due situazioni. Vi è chi era già riuscito con l'aiuto del proprio Governo, vedi Air France e Lufthansa, chi aveva fatto accettare ai propri sindacati sacrifici in vista di uno sviluppo futuro, come KLM, o come Iberia che il gOverno di Madrid è riuscita a riposizionare sul mercato. «Non credo che il Paese possa accettare la vendita di Alitalia sic et simpliciter. E il governo credo che tenga alla compagnia di bandiera come a un asset fondamentale dell'Italia» afferma l'amministratore delegato di Eurofly, Augusto Angioletti. «Ritengo che il Governo vorrà agire in questa logica, e pertanto vorrà, agendo nei limiti imposti dall'Unione europea, fornire tutti i mezzi e gli appoggi necessari perché Alitalia possa diventare una azienda sana, e quindi pronta per una privatizzazione. Il problema Alitalia va visto anche in funzione del grande sistema della intermodalità alla quale ha già messo mano». Non è contrario alla privatizzazione e alla possibilità di internazionalizzare la compagnia, Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl, ma non in tempi brevi. Pezzotta ci ha dichiarato che «naturalmente occorre prima che l'azienda sia resa presentabile e quindi appetibile per il mercato e per eventuali partners stranieri, come Air France e Klm» «Per ottenere ciò - ha ribadito quindi Pezzotta - occorre un piano di rilancio impegnativo che tenga conto della unitarietà della compagnia e che preveda un rafforzamento della sua attività anche sul mercato interno».

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