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«Poca trasparenza nei documenti contabili»

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E' questa, in sintesi, l'accusa che la Corte dei conti lancia ai vertici del ministero della Giustizia, del Tesoro e della Difesa dell'ultimo periodo dei governi dell'Ulivo. In una relazione, la delibera n. 2/2004/G del 22 gennaio 2004, la sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato-Collegio I, (presieduta da Tullio Lazzaro, con relatori Carbone Prosperetti e Cimmino), si è incentrata sulle attività di spese per il funzionamento dei tre ministeri finalizzate all'acquisto di beni e servizi effettuate nel 2000 e 2001. Un periodo che ha vissuto profondi mutamenti organizzativi. Si pensi, ad esempio, all'accorpamento del Tesoro con quello delle Finanze, all'attuazione delle varie normative in termine di semplificazione delle PP. AA. (le c.d «leggi Bassanini»). Processi riorganizzativi imponenti, ma che non avrebbero dovuto offuscare la «trasparenza» delle attività dei dicasteri su un tema così delicato qual'è quello delle forniture di beni e servizi strumentali alle attività di amministrazione. Parliamo di acquisti di mobili, PC, spese telefoniche. Parliamo di approvvigionamenti di carta, e di materiale vario. Parliamo di consulenze, pulizie... Materia ponderosissima, quindi, come si può intuire dal fatto che allegata alla relazione della Corte dei conti ci siano ben oltre 100 tabelle riassuntive. L'esame dei rendiconti (i documenti contabili a chiusura d'esercizio) ha evidenziato «una poca trasparenza» dei documenti contabili a causa dell'eccessiva aggregazione delle spese, che incidono su un numero considerevole di capitoli «ad oggetto promiscuo». In soldoni, il livello di giustificativi delle spese era così complesso e generico che non ha consentito una valutazione di efficacia, efficienza ed economicità adeguata. «Diffuse» sono per la Corte dei conti «le lacune nelle operazioni di monitoraggio delle proprie spese da parte delle Amministrazioni indagate». In particolare, continuano i magistrati contabili, «le amministrazioni non sono state in grado di fornire esaurienti e complete informazioni sulle spese effettuate dai servizi e dagli enti periferici».Particolarmente severi i giudici con la CONSIP, la società del ministero del Tesoro, che, grazie ad una serie di norme uliviste, tra le quali, le leggi finanziarie 2000 e 2001, ha gestito gli acquisti di beni e servizi per le pubbliche amministrazioni.

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