Prezzi, Tremonti punta l'indice contro Prodi
Non usa mezze parole il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per spiegare le ragioni del carovita contro il quale ha deciso di scendere in campo con decisione, nel 2004, «per capire dove sono andati a finire i soldi» e «fare un pò di giustizia». Ma le misure del Tesoro con i controlli a tappeto sui commercianti, la lotta all'evasione e perfino il tabellone che monitora i prezzi di quartiere esposto presso gli uffici postali, incassano poche battute di apprezzamento e gettano altra legna sul fuoco della polemica. Ad accendere la miccia è proprio il ministro dell'Economia, che da Genova torna sulla questione dell'euro rispondendo a chi gli chiedeva le ragioni dell'aumento dei prezzi: «I prezzi? Lo chieda al candidato Prodi e al suo euro malfatto». Una risposta che non è piaciuta all'opposizione, che colto l'occasione per contestare anche le misure predisposte dal ministero del Tesoro per combattere il carovita. Il piano annunciato da Tremonti, secondo il quale «i soldi non scompaiono, ma girano da una tasca all'altra», e gli interventi servono per «capire dove sono andati e fare un pò di giustizia», è un «correre ai ripari quando i buoi sono già scappati», secondo Enrico Letta. Ma voci dissonanti arrivano anche da sindacati e associazioni dei consumatori. Dietro la nuova strategia contro l'evasione fiscale, avverte invece Adriano Musi della Uil, sembrano emergere pressioni per il concordato preventivo, aggiungendo così ai condoni del passato i condoni per il futuro. Il ministro dell'Economia non trova sponde neanche tra i consumatori, con l'Intesa che sente odore di campagna elettorale e ripropone al Governo la lista delle cose da fare, dai ribassi per l'Rc auto alla riforma del paniere Istat. E men che mai tra i commercianti, sul banco degli imputati per i rincari: «Basta - scandisce il presidente della Confesercenti Marco Venturi - con i ricatti e con i tentativi di far passare per servizio ai consumatori un' evidente minaccia finalizzata a costringere i commercianti ad aderire al concordato fiscale». Protesta anche la Confcommercio: «Troppo facile - dice l'associazione guidata da Sergio Billè - scaricare sul settore della distribuzione problemi come quello del carovita che hanno, invece, ben altri padri, padrini, e responsabili». Quelle messe a punto a via XX Settembre, in ogni caso, non saranno le uniche misure previste dal governo per combattere il carovita: il ministro del Welfare Roberto Maroni propone un tavolo con i sindacati, mentre il suo sottosegretario Maurizio Sacconi annuncia nuovi studi di settore «costruiti tenendo conto anche delle anomalie dei prezzi».