Alitalia scrive al governo: interventi subito
Sarà il vertice governativo di oggi a dover decidere del futuro dell'Alitalia. Ammesso che poi tale vertice ci sia, cosa di cui sono in molti a dubitare. Al momento infatti non c'è stata nessuna convocazione. E a fronte di questa situazione di incertezza, nonostante le promesse del premier Berlusconi («il governo si occuperà dell'Alitalia» ha detto giorni fa) ieri il consiglio d'amministrazione della compagnia di bandiera ha deciso di congelare qualsiasi iniziativa. I consiglieri avrebbero dovuto discutere sullo stato di attuazione del piano di risanamento e della possibilità di cambiarlo soprattuto nella parte degli esuberi. Questo cambio di rotta avrebbe significato di fatto mettere in minoranza l'amministratore delegato Francesco Mengozzi che finora ha difeso a spada tratta il piano. Questa soluzione avrebbe aperto la strada alle dimissioni di Mengozzi aprendo un altro fronte di crisi per l'Alitalia. Di qui la posizione attendista del cda che ha quindi rinnovato l'ennesimo appello al governo. Questa volta lo ha fatto in maniera formale con una lettera al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta in cui in sostanza si chiede al governo di mantener fede all'impegno di intervenire con gli strumenti preannunciati sulla crisi del settore a cominciare dagli ammortizzatori sociali per gestire gli esuberi. Al governo poi si chiedono indicazioni per implementare il piano industriale. Alitalia poi ricorda l'intesa del 29 dicembre a Palazzo Chigi con la quale l'azienda ha dato la propria disponibilità ad avviare un confronto con il sindacato. Ma ancora non si è registrato «alcun concreto avanzamento». Al contrario, si legge nella lettera, «c'è stato uno stillicidio di azioni sindacali che hanno ulteriormente penalizzato l'attività dell'Alitalia». Nella lettera si precisa che non è stata accolta la richiesta del consigliere Palea di convocare un'assemblea straordinaria mentre è stata fissata una nuova riunione del board per il 26 febbraio. Oggi quindi dovrebbe riunirsi un vertice governativo per dare una risposta a queste sollecitazioni. Al momento però all'interno del governo non c'è una posizione unitaria. Non è sfuggito il silenzio di questi giorni dei ministri Tremonti e Lunardi mentre ieri il responsabile del Welfare Maroni si è limitato a dire che se ne occuperà Palazzo Chigi. «Da un lato - ha proseguito Maroni - ci sono le proteste di chi non accetta il piano industriale, dall' altro quelle del management che ci dice se non si fa nulla nel giro di pochi mesi Alitalia chiude e quindi perderanno il posto non mille lavoratori ma tutti i dipendenti Alitalia».