Reddito familiare su modello francese
Finanziati 97 progetti sugli asili nido da realizzare nei luoghi di lavoro
Lo ha detto il ministro Roberto Maroni, che proprio due giorni fa si è recato a Parigi per incontrare il ministro francese, Christian Jacob, e farsi illustrare la politica francese di sostegno alla famiglia, che prevede tra l'altro il reddito familiare, cioè la suddivisione del reddito del capofamiglia con tutte le persone a carico, abbassando quindi l'imponibile fiscale. Un sistema che Maroni considera «molto efficace», perché premia le famiglie numerose proporzionalmente al reddito che uno percepisce e non indiscriminatamente. E i risultati si vedono: «La Francia ha un tasso di natalità (1,8%) più alto di quello italiano (1,2%)». Il problema, naturalmente, è la fattibilità dell'applicazione di questa misura al sistema fiscale italiano: Maroni ha spiegato di aver chiesto all'Inps «di fare uno studio accurato sulle famiglie italiane per verificare cosa significherebbe introdurre il sistema francese», ma ha ammesso di non averne ancora parlato con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. «Voglio prima capire quanto costerebbe e che conseguenze avrebbe» ha detto. D'altronde, ha aggiunto, «il reddito familiare è già previsto dal programma di governo, non è una novità». Ma non è tutto. Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, e il sottosegretario con delega alle Politiche sociali, Grazia Sestini, hanno annunciato che sono in tutto 97 i progetti per la realizzazione di asili nido e micro-nidi nei luoghi di lavoro, che saranno finanziati con il Fondo di rotazione istituito dalla Finanziaria, per un importo pari a 10 milioni di euro. I progetti ritenuti idonei sono stati in realtà 131 su 227 domande presentate, ma solo 97 sono stati ammessi al finanziamento, per esaurimento delle risorse. Il finanziamento è destinato ai datori di lavoro che realizzano nidi e micronidi per i figli dei loro dipendenti, di età compresa tra i tre mesi e i tre anni. «Mi fa molto piacere che il ministero del Welfare stia facendo studiare l'inserimento dell'istituto del reddito familiare» è stata la reazione del presidente del gruppo Udc alla Camera, Luca Volonté, che ricorda come, un anno fa, con una risoluzione dell'Udc, l'intero Parlamento aveva impegnato il governo in questa direzione. «Nel luglio scorso, poi, un ordine del giorno, proposto dal nostro gruppo e firmato da tutti i capigruppo della maggioranza - prosegue Volontè - obbligava il governo ad introdurre nella politica fiscale, fin dalla scorsa finanziaria, misure di equità fiscale familiare». «Gli impegni in Parlamento sono stati presi - conclude Volontè - e ora chiediamo che vengano mantenuti celermente. Speriamo che al primo passo di Maroni ne seguano altri e più celeri del ministro dell'Economia».