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«Dimagrisce» la spesa pubblica

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Mentre il welfare ha aumentato il proprio costo di 1,7 punti di Pil: così se nel 1990 valeva il 30% della spesa pubblica complessiva, è ora salito ad una quota del 38,5% delle uscite delle amministrazioni pubbliche. A tracciare uno spaccato dei conti pubblici, in un arco temporale di 22 anni tra il 1990 e il 2002, è l'Istat, che per la prima volta esamina la spesa delle amministrazioni pubbliche suddividendola per funzioni. In un contesto nel quale la spesa pubblica è dimagrita in rapporto con il Pil di ben 7 punti, passando dal 54,4% del 1990 al 47,2% del 2002, la cosiddetta «protezione sociale» rimane la prima voce di spesa con il 38,5% del totale. L'Istat scrive così che «lo sviluppo, il mantenimento e l'eventuale adeguamento del welfare costituiscono una componente fondamentale delle scelte di politica economica sotto il profilo sia qualitativo sia quantitativo». La classifica dei capitoli di spesa, in base agli ultimi dati del 2002, vede al secondo posto la sanità (13,7%) seguita dall'istruzione (10,4%) e dagli interventi in favore dell'economia (9%).

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