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Banche, con Fideuram riparte il risiko

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Domani il cda del gruppo torinese. Manovre a distanza nel credito in attesa della legge sul Risparmio

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Secondo i piani Fideuram Vita e Sanpaolo Vita verrebbero conferite in Noricum, creando così un polo assicurativo con dimensioni che lo metterebbero in condizioni di competere con i leader nazionali e che potrà contare sulla rete distributiva degli sportelli della banca e dei promotori Fideuram. La nuova compagnia verrebbe, successivamente, quotata in Borsa e in un secondo momento avrebbe un partner assicurativo internazionale. La nuova Fideuram che nascerà con la cessione del ramo assicurativo Vita non dovrebbe portare ad alcun cambiamento nella vocazione della società che rimane la raccolta del risparmio e l'esercizio del credito nelle sue varie forme. Novità in vista anche per il San Paolo. Enrico Salza che si è dimesso dal consiglio generale della Compagnia di San Paolo potrebbe assumere la presidenza della banca. L'attuale presidente Rainer Masera acquisirebbe un ruolo nella nuova compagnia di assicurazione che nascerà dall'incorporazione di Fideuram. La nomina di Salza potrebbe segnare un cambio di strategia per il gruppo. In sostanza potrebbe allontanarsi l'ipotesi di un matrimonio con Unicredit tornato alla ribalta in questi giorni e puntualmente smentito anche dal numero uno di Unicredito Profumo. La Compagnia San Paolo ha infatti ribadito più volte che la banca deve crescere ma senza operazioni straordinarie. L'intenzione di accantonare il discorso delle alleanze è una strategia che si è dato tutto il settore bancario in attesa di capire come uscirà dal dibattito parlamentare la legge sul Risparmio e quale sarà il ruolo di Bankitalia. Al palo ci sono le grandi manovre delle Popolari da quella di Lodi alla Bpu, che è nata dalle recenti nozze tra Bergamo e Commercio & Industria ma che secondo il mercato già starebbe pensando a espandersi. Nel mirino ci sarebbero le Popolari Vicentina e Etruria. Sempre accesi i fari sulla Bnl. Anche se il presidente Luigi Abete a ogni occasione ribadisce la strategia di una crescita senza alleanze, l'ipotesi di un'intesa con il Monte Paschi è tutt'altro che tramontata. Non va dimenticato che una delle indicazioni che vengono dalla Banca d'Italia è proprio quella di un aumento delle dimensioni delle banche per fronteggiare la concorrenza straniera. E i gruppi esteri già premono. A cominciare dagli olandesi di Abn Amro, azionisti principali ma finora con pochi poteri, di Capitalia e Antonveneta. Tra poco più di un anno scadrà il patto di sindacato e tutto il cda della popolare veneta compreso il neoeletto Cartone. A quel punto si riapriranno le grandi manovre tra i soci e Abn Amro dovrà decidere se puntare su Antonveneta o se pesare di più in Capitalia. Ma molto dipenderà dalle nuove strategie che metterà in campo la riforma sul Risparmio.

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