Arrivano i contratti d'inserimento Formazione addio
Soddisfatti i sindacati. A firmare l'intesa interconfederale anche la Cgil che contro la riforma Biagi aveva condotto una grande battaglia. Il contratto di inserimento è stato introdotto dalla legge Biagi per sostituire il contratto di formazione lavoro. Obiettivo di questa nuova forma contrattuale è quello di adattare le competenze professionali del lavoratore alle concrete esigenze dell'impresa che assume. A differenza del vecchio contratto di formazione lavoro, sono diverse le fasce d'età interessate. Il contratto di inserimento, infatti, è destinato a giovani tra i 18 e i 29 anni, ai disoccupati di lunga durata fino a 32 anni, ai lavoratori con più di 45 anni che hanno perso il posto, a chi non abbia lavorato per due anni, alle donne residenti nelle aree più svantaggiate, ai disabili. Il contratto dura da 9 a 18 mesi e può essere stipulato da enti pubblici, imprese e gruppi di imprese, consorzi, associazioni professionali, socio-culturali e sportive, fondazioni, enti di ricerca pubblici e privati. Ma a condizione che, con il consenso del lavoratore, sia definito un progetto individuale di inserimento, che consenta di adeguare le proprie competenze professionali al contesto lavorativo, anche attraverso il ricorso ai fondi interprofessionali per la formazione continua. Secondo la Confcommercio circa 80mila lavoratori potrebbero essere interessati a questa forma contrattuale.«Con questo accordo - afferma l' organizzazione dei commercianti - le aziende possono contare su una parte della legge Biagi che facilita l' ingresso nel mercato del lavoro risolvendo in parte il problema del vuoto normativo determinatosi a seguito della eliminazione dei contratti di formazione lavoro». «L'intesa è utile perchè segna un miglioramento significativo della legge. Se ci fossimo trovati di fronte ad una pura e semplice proposta di dispositivi tecnici per applicare la legge 30 non avremmo avuto nessuno interesse a firmarla, visto cosa pensiamo della legge. L'accordo invece la migliora», spiega il segretario confederale della Cgil, Beppe Casadio.