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Acea, nel piano industriale 450 esuberi

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Trattativa per la cessione della società di servizi VoiNoi Salute. Inutilizzati fondi per 7 milioni

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Il piano industriale di risanamento porta oltre alla dimissione di una ventina di società e la liquidazione di Voinoi anche alla riduzione dell'organico di 450 unità pari al 10% degli occupati. Acea punta alla concentrazione sul core business, acqua e energia e questo comporta la vendita di quelle società che avevano fatto parte della diversificazione (dalle tlc ai servizi post contatore). Per i tagli al personale Acea non può far ricorso alla cassa integrazione e quindi tra le ipotesi c'è quella di prepensionamenti o spostamenti in altre municipalizzate. Al momento però non è stato ancora delineato un piano preciso di gestione degli esuberi. Le dismissioni del primo gruppo di venti società dovevano essere ultimate entro la metà di gennaio ma marciano a rilento. Per la società Voinoi Salute sono in corso trattative con la Engineering, un gruppo di software mentre per Voinoi che si occupa dei servizi post-contatore come la manutenzione domiciliare, è in corso la liquidazione. I sindacati autonomi hanno sollevato il problema della cattiva gestione di Voinoi, nata due anni fa e che inizialmente aveva dato buoni risultati (10.000 interventi idraulici e elettrici solo nei primi 12 mesi), ma poi è rimasta paralizzata da scontri interni prettamente politici. A quanto riferiscono fonti sindacali il management avrebbe fatto muro alle iniziative dell'ex amministratore delegato Cuccia al punto da far decadere un decreto firmato dal ministero delle Attività Produttive che assegnava 7 milioni di euro di cui il 20% a fondo perduto per progetti a favore di Voinoi. Questi fondi sono andati persi. «Eravamo arrivati al punto - riferisce un sindacalista - che per comprare una stampante ci volevano sei mesi». Il mancato decollo di Voinoi ha portato alla decisione della liquidazione. Ora il disimpegno dalle società di diversificazione dovrebbe secondo gli obiettivi dei vertici dell'Acea riequilibrare i conti. I dati del preliminari del gruppo approvati lunedì dal consiglio d'amministrazione se da un lato indicano un margine operativo lordo (ebitda) di 313 milioni, in crescita del 6,5% rispetto ai 294 milioni del 2002, riportano anche un aumento dell'indebitamento che si è attestato a 926 milioni rispetto ai 783 milioni di fine 2003. Inoltre l'incremento del valore della produzione (+13,5% nel 2003) è stata essenzialmente ottenuta dalla crescita dei ricavi nel settore idrico, dall'aumento dei consumi elettrici nel mercato vincolato.

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