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Urso: la Croazia sarà la California della Ue

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La visita a Zagabria del vice ministro per le Attività produttive con delega al Commercio estero, Adolfo Urso, iniziata ieri, ha aperto le porte a nuovi investimenti nel Paese che, dal 2000, è il nostro primo partner commerciale, con 4.600 imprese italiane operanti sul territorio. Nei primi 11 mesi dell'anno scorso l'interscambio fra i due Paesi è aumentato di quasi il 40%. Dei futuri sbocchi per l'export Urso ha parlato con i vertici del nuovo governo croato di centro-destra (in carica dallo scorso novembre): con il primo ministro Ivo Sanader e con il suo vice Andrija Hebrang, con il ministro dell'Economia, Branko Vukelic, con il vice ministro del Mare, Trasporti e Turismo, Zdravko Livakovic, e con il rappresentante della minoranza italiana, Furio Radin. «Siamo molto soddisfatti del miglioramento nei rapporti economici bilaterali con la Croazia - ha detto il vice ministro Urso - con cui dividiamo interessi economici. Nel nostro export la Croazia rappresenta per l'Italia il secondo mercato di sbocco nei Paesi dell'Europa sud-orientale e balcanica dopo la Romania. Vorremmo però fare di più, rivitalizzando l'accordo già esistente fra piccole e medie imprese e realizzando nuovi distetti industriali in quattro contee croate in cui sviluppare i settori del legno e dell'arredo, del tessile e dell'abbigliamento, il metameccanico e il calzaturiero». Ma, oltre alle piccole e medie imprese, in Croazia sono presenti anche grandi gruppi italiani, fra cui la Saipem (gruppo Eni), intenzionata a creare a Fiume il più grande centro di ricerca e sviluppo del Mediterraneo nel settore petrolifero. «La delegazione dell'Eni sarà qui fra qualche giorno - ha annunciato Urso - ma in Croazia ci sono anche possibilità per Agusta, che potrebbe mettere a disposizione la sua esperienza come il più grande produttore di elicotteri adeguati agli stantard Nato, e per Aermacchi, leader nella produzione di aerei per addestramento». Tra i grandi gruppi italiani che guardano al vicino Paese balcanico ci sono anche gli Aeroporti di Venezia, interessati al progetto di ammodernamento e privatizzazione dell'aeroporto di Zagabria. «E' evidente che l'industria italiana, in vista dell'allargamento dell'Unione europea (attesa per il 2007, ndr) - ha aggiuto il vice ministro - sa fiutare il ruolo strategico di questo Paese. In tal senso apprezziamo particolarmente la volontà del nuovo governo croato di collocarsi in una dimensione centro-europea e mediterranea». Ma, accanto agli aspetti positivi della collaborazione con la Croazia, il vice ministro ha sottolineato le difficoltà esistenti nei settori della pesca e del turismo, ostacolati da alcune «remore storiche». Capitolo importantissimo è poi quello bancario. L'Italia è presente in Croazia con UniCredito e Intesa BCI che, dopo aver rilevato negli anni scorsi alcune banche locali, coprono circa il 60% degli sportelli croati. Per questo motivo alla missione in Croazia partecipa anche l'amministratore delegato di Unicredito, Alessandro Profumo, che reclama «una maggiore stabilità del sistema legale e giudiziario croato, fondamentale per facilitare gli investimenti all'estero». Oggi Urso aprirà, insieme al segretario di Stato croato, Vlado Rankovic, un incontro sui distretti industriali, al quale prenderanno parte anche le associazioni di categoria di tre settori produttivi, che sono stati individuati dal Memorandum of Understanding sui distretti industriali proposto dal ministero delle Attività produttive al governo di Zagabria: l'Anci (Associazione nazionale calzaturieri italiani), Federlegno per legno-arredo e Smi (Sistema moda Italia) per il tessile-abbigliamento. Simest e Finest saranno presenti all'incontro con al seguito alcune aziende loro partecipate già presenti in Croazia.

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