«Una Confindustria più internazionale»

Andrea Pininfarina, presidente da ottobre 2003 della Confindustria Piemonte traccia l'identikit del nuovo presidente di Confindustria. Montezemolo è stato tra i primi a esprimere chiaramente il suo appoggio per Luca di Montezemolo. L'appoggio del Piemonte è di grande rilevanza per la nomina del nuovo presidente confindustriale. I tre saggiErnesto Illy, Luigi Attanasio, Antonio Bulgheroni, incaricati delle consultazioni hanno concluso il primo round di incontri con gli imprenditori del Nord. Il 17 e 18 prossimi incontreranno gli esponenti dell'industria del centro-sud prima di tirare le somme ad inizio marzo (1 e 3) di nuovo a Milano. Tra questi due appuntamenti sarà cruciale la riunione della Giunta di Assolombarda, la più potente associazione territoriale di Confindustria che da sola garantisce un terzo dei voti assembleari. Quali caratteristiche deve avere il nuovo presidente di Confindustria? «Deve essere interprete della sfida dell'industria italiana dei prossimi anni che si giocherà su scala internazionale. Il nostro mercato di riferimento diventerà l'Europa. Deve essere una persona di visibilità e riconoscibile dal punto di vista intrernazionale, un forte rappresentante del sucesso del made in Italy. Deve avere alle spalle un'esperienza imprenditoriale di successo». Un identikit che si adatta bene a Montezemolo? «Montezemolo sarebbe un buon presidente di Confindustria». Quali dovrebbero essere le priorità della nuova presidenza? «Bisogna mettere in moto una trasformazione del sistema industriale italiano e l'attenzione che va data all'innovazione alla ricerca nella tecnologia e alla qualità dei servizi. Se gli obiettivi sono questi il nuovo presidente deve saper difendere con forza le imprese e saper dialogare con le istituzioni, le banche e il sindacato. La situazione economica è molto difficile. Le imprese devono vincere la sfida della competitività a fronte di un'euro molto forte. Gli Stati Uniti si stanno facendo pagare lo sforzo bellico da chi non ha voluto fare la guerra e la ripresa non si vede. A questo scenario si è sommato il crac Parmalat che rischia di screditare tutti. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci faccia volare alto». La corsa tra Montezemolo e Tognana si gioca sul filo del rasoio. C'è il rischio di una spaccatura nella Confindustria? «Una spaccatura sarebbe deleteria. Stiamo lavorando per costruire un clima di unità».