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TESTA a testa tra Luca Cordero di Montezemolo e Nicola Tognana nella corsa alla presidenza di Confindustria.

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Ieri è stato il turno di Giandomenico Auricchio, del presidente degli industriali di Reggio Emilia, Fabio Storchi, del suo collega varesino, Alberto Ribolla. Tutti hanno sottolineato l'esigenza di vedere nel prossimo quadriennio una Confindustria più forte e unita. Dopo lo stop di una decina di giorni, i tre saggi si sposteranno ora a Roma, dove il 17 e 18 incontreranno gli esponenti dell'industria del Centro-Sud prima di tirare le somme ad inizio marzo (1 e 3) di nuovo nel capoluogo lombardo. Tra questi due appuntamenti sarà cruciale la riunione della giunta di Assolombarda, la più potente associazione territoriale di Confindustria che da sola garantisce un terzo dei voti assembleari. La Lombardia resta l'ago della bilancia nella scelta del successore di Antonio D'Amato. Con il Piemonte schierato a fianco del presidente della Ferrari e il Veneto pro-Tognana, la Lombardia con i suoi 500 e passa voti in assemblea diventa decisiva. Ma anche qui il parterre si presenta variegato: stando ai «si dice», i vertici di Assolombarda guidati da Michele Perini punterebbero sul candidato Tognana (sponsorizzato anche da Monza, Pavia e Legnano) mentre Bergamo, Brescia, Como, Mantova, Lecco e Varese chiedono una presidenza Montezemolo. Tra i big lombardi finora solo Marco Tronchetti Provera ed Emma Marcegaglia si sono apertamente schierati in favore di una presidenza Montezemolo che, stando alle voci, potrebbe contare anche sul voto di Giampiero Pesenti e Giorgio Fossa. Ma, altrettanto, significativi sarebbero i voti su cui potrebbe contare Tognana: da Fedele Confalonieri a Gianmarco Moratti, da Giorgio Squinzi al neopresidente della Piccola industria di Confindustria, il monzese Sandro Salmoiraghi.

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