«Confindustria non sia strumento di potere»

E poi «c'è chi parla senza avere il ruolo per farlo». «La Confindustria non deve diventare uno strumento per avere un dialogo privilegiato con il governo». Michele Perini, presidente di Assolombarda, potrebbe essere l'uomo decisivo per fa pendere la bilancia a favore di uno dei due candidati alla presidenza di Confindustria, Nicola Tognana e Luca di Montezemolo. In Lombardia infatti si gioca la partita decisiva perchè vale ben 502 voti su circa 1.400 in palio nell'assemblea che il 26 maggio investirà il nuovo presidente. Perini non vuole fare il nome del suo candidato ma spara a zero contro un certo modo di «fare campagna elettorale» e indica quelle che dovrebbero essere le priorità della nuova presidenza. Tante critiche su queste consultazioni, cosa c'è che non va? «Sono meravigliato che sul tema della presidenza di Confindustria scrivano soggetti che niente hanno a che fare con il nostro sistema, presidenti di banche straniere, qualche battuta anche dal sindaco di Milano. Senza contare la continua campagna stampa che è utilizzata per supportare chicchessia magari partendo da posizioni di privilegio di ruolo. Questa elezione sta diventando una kermesse più simile agli incontri di pugilato che al fairplay e alla dicrezione che ha sempre caratterizzato il nostro sistema». Il confronto tra Tognana e Montezemolo è sul filo del rasoio. C'è il rischio di spaccatura? «È in atto un tentativo di delegittimare la commissione di designazione e la giunta di Confindustria. Questo non fa che acuire i conflitti e aumentare le tensioni e indebolire il sistema della rappresentanza italiana. A questo va aggiunto l'utilizzo di persone della struttura associativa che farebbero meglio a lavorare sul proprio territorio promuovendo lo sviluppo delle imprese piuttosto che correre in giro per il Paese a farsi firmare pezzi di carta e mandare fax. Chiunque sarà il presidente di Confindustria dovrà essere presidente di tutti. Questo è possibile se per arrivare alla presidenza non si saranno utilizzati sistemi al di fuori di quelli istituzionali che appartengono al gossip». Insomma ma lei chi appoggia, Montezemolo o Tognana? «Non voglio fare un nome. Io penso che gli imprenditori devono essere rappresentati da chi sa fare impresa e conoscendo il sistema della rappresentanza mette a disposizione la propria intelligenza e passione. Confindustria non deve essere lo strumento di potere di alcuni ma la possibilità di tutti di poter parlare con governo, sindacati e forze sociali. Non deve diventare lo strumento per avere canali privilegiati con il governo». L.D.P.