Terni si ferma contro i tagli
Un appuntamento al quale Cgil, Cisl e Uil chiamano tutti i cittadini per difendere «la loro acciaieria». Un concetto che Terni sembra avere già fatto suo. «Chiudiamo oggi perchè tutta la città non chiuda domani» si legge sul cartello che uno dei negozi di corso Tacito, il cuore commerciale di questo centro, espone sulle sue vetrine. In ballo ci sono circa 900 posti di lavoro, 500 del reparto magnetico e 400 di indotto, ma la convinzione è che se la chiusura prospettata da Tyssen Krupp andrà in porto tutto il polo siderurgico ternano - dove lavorano ora in 3.500 - possa essere a rischio. Un concetto che ha ribadito il segretario della Cgil Guglielmo Epifani che si è incontrato con gli operai che presidiano i cancelli della fabbrica. A loro ha detto che questa vertenza non può avere altri sbocchi se non quello di lasciare il sito ternano così com'è. Da Terni Epifani ha poi chiesto al Governo «di farsi sentire, di battere i pugni sul tavolo, di dire a Tk che questa operazione non si può fare». Si dice invece ottimista sulla possibilità di gestire la crisi e salvaguardare i posti di lavoro il ministro Roberto Maroni. «È una situazione che ci preoccupa - ha affermato - ma quando venne privatizzata la società il Governo di allora forse non immaginava che questa sarebbe stata la conseguenza. Come abbiamo fatto in altre situazioni altrettanto gravi, come Fiat - ha detto ancora - noi dobbiamo gestire e gestiremo anche questa nel rispetto dell' autonomia delle imprese». Da Bruxelles arriva poi la notizia che il presidente della Commissione europea Romano Prodi ha contattato i vertici della Tyssen Krupp. A loro ha ricordato le promesse formulate e gli utili realizzati grazie all' impegno delle maestranze e della città di Terni.