Monti: basta con le speculazioni sull'euro
E Bruxelles scende immediatamente al fianco dell'eurocommissario facendo sapere che sull'argomento «il livello di sopportazione è ormai al limite» con un distinguo: il basta alle speculazioni di Monti diventa nel messaggio giunto dal quartier generale della Commissione un «basta alle strumentalizzazioni» a fini di politica interna. L'attacco di Monti, nel corso del suo intervento ad un convegno del Cnel sull'allargamento, arriva a sorpresa. E sembra avere anche destinatari ben precisi tra le forze politiche. «È inammissibile che ci siano posizioni eterogenee sull'euro, manifestate in maniera pittoresca all'interno del governo, e spesso dalla stessa personalità, non a distanza di mesi ma di giorni». «La speculazione politica è grave, confonde la testa dei cittadini e non fa dell'Italia un appetibile partner in azioni di guida», tuona così Monti. E il messaggio che arriva da Bruxelles rincara la dose: «è inammissibile utilizzare temi internazionali a fini di politica interna, stravolgendo la realtà, ingannando gli italiani su interferenze europee che non ci sono, e attribuendo alla Commissione posizioni che sono, invece, chiare e univoche». Ma il Governo difende la propria possibilità di critica. «Il governo ha un apprezzamento convinto sull' euro ma serve anche realismo - replica infatti il ministro Maurizio Gasparri - nell' analisi delle modalità che hanno accompagnato il passaggio dalla lira alla moneta unica». E il responsabile delle politiche regionali Enrico La Loggia dicendosi «dispiaciuto» del fatto che «Monti abbia voluto alimentare le polemiche» ricorda che «il fatto che si sia tutti d'accordo sull' indispensabilità dell' euro non significa che non si possa far notare che qualcosa potesse essere, e può ancora essere, fatto meglio». Il ministro per le politiche comunitarie Rocco Buttiglione definisce condivisibili le parole di Monti ma sposta il centro del problema. E parlando di «diffusione di dati che alimentano drammaticamente queste speculazioni, dando la sensazione che gli italiani siano molto più poveri di quanto effettivamente non lo sono» punta il dito anche sull'Istat. Monti definisce comunque «uno scherzo il pensare che l'euro sia un fattore inflazionistico» pur ammettendo che «qualche disattenzione, anche in capo ai consumatori, può esserci stata sulla dinamica dei prezzi». E, ribadendo, il ruolo fondamentale dell'euro, l'eurocommissario tiene a ricordare che anche casi come quello Parmalat avrebbero avuto ripercussioni ben più gravi - in termini di tassi di interesse - se ci fosse stata ancora la vecchia lira. Su questa linea, si inserisce il viceministro dell'economia, Mario Baldassarri, che non entra nella polemica limitandosi a ricordare come la moneta unica sia una sfida, un'opportunità e non «un'azione masochistica».