Nelle regioni Irpef, Irap e ticket diversi
Sono gli effetti di un federalismo fiscale, ancora agli albori, ma già in qualche misura operante attraverso le finanziarie regionali approvate o in via di approvazione. Addizionale Irpef, Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) e ticket sanitari sono le voci di entrate su cui le Regioni esercitano una parziale potestà legislativa. Ticket: non si pagano ticket farmaceutici in dieci Regioni (Valle d'Aosta, Friuli V. Giulia, Trentino, Toscana, E. Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania e Basilicata). In tutte le altre si paga da 1 a 4 euro a seconda delle prescrizioni. Irpef: l'addizionale è in larga misura dello 0,9%, con alcune eccezioni che, nel 2003, hanno riguardato Calabria (1,4%), Lombardia (dall'1,20% all'1,40%), Marche (dallo 0,9% al 4%), Piemonte (dallo 0,9% all'1,40), Umbria (0,9% e 1,10%), Veneto (dall'1,20% all'1,40%). Quella di Giovanni Pace in Abruzzo è la sola giunta di centro-destra che non prevede ticket sui farmaci. La giunta di centro-sinistra dell'Alto Adige di Luis Durnwalder ha fatto tagli alla spesa fra il 2 e il 20%. Ticket confermati per pronto soccorso ed elisoccorso. C'è il progetto di una tassa per l'assicurazione per i non autosufficienti che potrebbe ammontare a 150 euro annui. La giunta di centro-sinistra di Filippo Bubbico in Basilicata non aumenta l'Irap, invariata l'addizionale Irpef allo 0,9%, niente ticket sanitari. Il centro-destra di Chiaravalloti in Calabria mantiene invariata la pressione fiscale (Irap all'1,4%, la più alta fra le Regioni del Mezzogiorno) e i ticket sanitari. Dal 1° gennaio in Campania gli aumenti di 2,5 centesimi al litro sui carburanti e del 10% per la tassa di possesso rientreranno appena il Governo avrà sbloccato la possibilità di introdurre addizionali regionali sull'Irpef. In Emilia Romagna il centro-sinistra conferma la scelta del no ai ticket sanitari. Nel Lazio Irap più leggera e integrazioni a pensioni sociali. No al ticket sul pronto soccorso, rimane quello sui farmaci. La Regione assicurerà 5 mila assegni da 900 euro e nel 2005 10 mila per altrettanti pensionati sociali. In Molise, tra le fonti di entrata particolare importanza viene attribuita all'utilizzo di un prestito obbligazionario per 100 milioni di euro per riservare consistenti risorse per il consolidamento e la ricostruzione delle zone colpite dal sisma.