Abi, sì a nuove regole ma basta attacchi

Si sono lasciati con questo impegno i banchieri italiani che si sono riunuti ieri a Milano per il consueto appuntamento mensile dell'esecutivo Abi. La vicenda Parmalat per i banchieri, ha detto il presidente Maurizio Sella, «ha costituito l'ennesima occasione per un generico e indiscriminato attacco contro le banche italiane» che l'Abi e gli stessi istituti «respingono con fermezza». Le banche italiane, prosegue la nota, «ritengono questo attacco ingiusto di fronte a una vicenda in cui le stesse banche sono state ingannate, insieme con i clienti, con danni anche per i loro azionisti che sono alcuni milioni di famiglie». Secondo l'Abi, «non vi può essere corretto funzionamento dei mercati, efficiente erogazione del credito e salvaguardia degli investitori se non vengono fornite informazioni vere e complete. Le banche italiane e i principali istituti stranieri hanno utilizzato, in relazione a Parmalat, informazioni di cui oggi viene attestata la falsità». «Critiche indiscriminate - conclude la nota -, oltre a minare la fiducia degli investitori verso le obbligazioni emesse dalle imprese con ripercussioni per le aziende che perderebbero un'importante fonte di finanziamento, procurano gravi danni per l'immagine internazionale dell'intero Paese». Secondo l'Abi le «banche sono state ingannate insieme con i clienti, con danni anche per i loro azionisti». L'Abi dunque si dichiara pronta a collaborare con il legislatore e tutte le parti interessate per la definizione di regole migliori per la tutela dei mercati». L'esecutivo dell'Abi ha quindi discusso la posizione dell'associazione dei banchieri italiani in vista dell'audizione parlamentare sul «caso Parmalat» prevista per il prossimo 5 febbraio. Prima di quella data comunque ci sarà una nuova riunione dell'esecutivo. Da rilevare, inoltre, che da parte di alcuni importanti istituti bancari è stato sottolineato che finora non sono giunte loro richieste di finanziamenti da Parmalat. Nel corso della riunione è stato esaminato anche il bollettino economico sull'evoluzione dei mercati finanziari e creditizi. Da questo emergono segnali positivi su raccolta e impieghi nel 2003. La raccolta, infatti, si attesta a 946,5 miliardi di euro, con una crescita del 6,25% su base annua e un incremento in valori assoluti di quasi 56 miliardi nel 2003. Quanto alle diverse componenti, i depositi da clientela risultano di 594,5 miliardi (+4,73%), le obbligazioni di 352 miliardi (+8,93%). All'aumento della raccolta, tuttavia, corrisponde un crollo dei tassi sui depositi e conti correnti scesi in un anno rispettivamente dall'1,3% e dall'1,25% di dicembre 2002 agli attuali 0,82% e 0,77%. Il tasso medio della raccolta bancari fermo ormai da tre mesi all'1,76% contro il 2,32% di 12 mesi fa. Gli impieghi continuano la corsa con un rialzo del 6,1% a 1.040 miliardi, grazie a una flusso netto di circa 60 milioni rispetto alla fine del 2002. Quanto ai tassi medi sugli impieghi, si registra a dicembre un'ulteriore flessione al 4,66%, rispetto sia al 4,72% del mese precedente sia al 5,66% di fine 2002. Le sofferenze salgono a 21,3 miliardi.