Pensioni, Rutelli spacca centrosinistra e sindacati
La sua «uscita» ha provocato reazioni intrecciate, mentre il ministro del Welfare, Roberto Maroni, proprio ieri ha proclamato: per la previdenza il tempo è scaduto. A scatenare polemiche è stata innanzitutto la dichiarazione del segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, per il quale «la proposta Rutelli sulle pensioni rafforza le ragioni del governo, spacca il centrosinistra, rischia di dividere i sindacati, apre seri problemi di rapporto tra Cgil e Margherita». Immediata la reazione del leader della Cisl, Savino Pezzotta, per il quale le accuse della Cgil a Rutelli «sorprendono» perché arrivano da un'organizzazione che «non ha fatto una piega» a partecipare allo sciopero separato della Fiom. Per Pezzotta «anche i Ds, con Turco e Damiano, hanno fatto una loro proposta per risolvere la gobba previdenziale, sostenendo l'adozione del contributivo pro-rata. È legittima, dunque, la proposta della Margherita». «È giusto metter mano alla riforma delle pensioni - ha affermato il segretario di Alleanza popolare per l'Europa-Udeur, Clemente Mastella -. Vorrei però discutere non su una proposta di Rutelli, ma su una formulata in maniera comune». Anche il Pdci è tornato a criticare l'«uscita» della Margherita sulle pensioni, che sta dividendo il centrosinistra. «Trovo scandalose le posizioni assunte da Rutelli - ha osservato Diliberto -. Al di là del merito, che contrasto con la massima forza, sono un evidente tentativo di distruggere l'Ulivo». Al contrario, per il radicale Benedetto Della Vedova «le proposte avanzate da Francesco Rutelli sulla riforma delle pensioni rappresentano un salto di qualità per quanto riguarda le posizioni della Margherita». A frenare le polemiche ci ha pensato il ministro del Welfare, Roberto Maroni: «Non appena il Senato terminerà di votare la riforma costituzionale che inizia a esaminare domani (oggi per chi legge, ndr), si passa alla delega sulle pensioni. L'abbiamo messa in coda. Ormai il tempo è finito». Nel frattempo, la maggioranza è al lavoro per trovare un'intesa sulla proposta di modifica della delega. In prima linea An e Udc che, dopo aver accolto di buon grado la proposta della Margherita, studiano soluzioni alternative a quelle contenute nella delega, capaci però di centrare l'obiettivo di un risparmio della spesa previdenziale pari allo 0,7% del Pil. Ma non è tutto. In base al IV Rapporto «La Regionalizzazione del bilancio previdenziale italiano», presentato ieri al Cnel, il 65% del deficit previdenziale registrato nel 2001 è attribuibile al Sud, il 22,9% al Nord e il restante 12% al Centro.