Pubblica amministrazione, statali in crescita
Sono questi i numeri che descrivono la popolazione dei lavoratori del pubblico impiego - la metà dei quali occupati nella scuola e nel servizio sanitario nazionale - come risulta da una analisi condotta dall'Ufficio Studi dell' Associazione degli Artigiani Cgia di Mestre. Oltre agli aspetti quantitativi del pubblico impiego, formato al 51% dall'universo femminile, gli esperti della Cgia hanno analizzato anche quelli qualitativi, a partire dalle retribuzioni. Ogni dipendente pubblico - rileva una nota della Cgia - percepisce mediamente una retribuzione annua lorda di 27.328 euro. I più «ricchi» sono i lavoratori degli enti previdenziali (Inps, Inail, Inpdap e altri) con 32.102 euro all'anno, seguiti dai colleghi delle Amministrazioni locali (29.530) e dagli statali (25.588), ultimi in classifica quando si tratta di compensi ma primi quando si analizzano le variazioni del personale. Proprio nelle amministrazioni statali (che comprendono i ministeriali, gli organi costituzionali, i dipendenti della Cassa deposito e prestiti, Anas, etc), l'Ufficio Studi della Cgia di Mestre ha registrato l'incremento più alto (3,1%), contro lo 0,5% delle Amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni, Asl Università, Camere di commercio, etc.) e l'1,8% degli Enti di previdenza. Sul fronte delle retribuzioni, la crescita degli stipendi tra il 2000 e il 2002 è stata del 7,62% contro un aumento dell'inflazione che nello stesso periodo è stato del 5,3%. Altro dato interessante che emerge nello studio degli esperti della Cgia di Mestre riguarda le Amministrazioni locali. Oltre la metà degli 8 mila 100 comuni italiani non raggiunge i 20 dipendenti mentre il 30% non arriva, addirittura, a 10. «È un lavoro importante» commenta il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi che ci consente di monitorare il mondo del pubblico impiego».