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Pensioni, Rutelli lancia l'ipotesi dei 67 anni Bocciatura dal centrosinistra, sindacati divisi

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Francesco Rutelli, Tiziano Treu e Rosy Bindi ieri hanno illustrato un'ipotesi che prevede il pensionamento a 67 anni o con 59 anni e 35 di contributi (la cosiddetta «quota 94»). Ma si è alzato immediatamente un coro quasi universale di «no», sia da parte dei sindacati (eccetto la Uil) che da tutti gli alleati dello schieramento di centrosinistra. Secondo Rutelli la fascia di età pensionabile, prevista dalla riforma Dini tra 57 e 65 anni, con un baricentro a 62, va spostata a 59-67 con un baricentro a 64. L'innalzamento non può essere immediato ma modulato in modo flessibile, combinando livello di età e di contribuzione, passando, ad esempio, dall'attuale somma di 35+57 anni, uguale a 92, a una somma di 93-94. Quanto alla fascia 57-65, l'opzione potrebbe essere lasciata ma con un abbassamento dell'entità della pensione. Per il segretario confederale della Cisl, Pier Paolo Baretta, la proposta della Margherita è «un utile contributo» E per la Uil è «un atto da apprezzare». Ma tutte le altre sono una valanga di «no». Per il leader della Cgil la proposta è «incomprensibile»; il vice segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini, dice che «in periodo di saldi, anche la Margherita fa la propria offerta facendo uno sconto, proponendo un mix fra anzianità e vecchiaia in maniera tale da arrivare, anziché a quota 95, come fatto trapelare dal governo nei giorni scorsi, a quota 94». Stroncature in serie dal centrosinistra.Nei Ds Mussi del «correntone» commenta che siamo davanti all'«ultimo caso di una consolidata prassi per cui ognuno fa per sé».

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