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Prezzi, vinta la prima causa contro l'arrotondamento

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Il giudice di pace di Civitavecchia ha infatti condannato un commerciante di Ladispoli, che dal 1° gennaio 2002 ha arrotondato il prezzo del cappuccino di 0,23 centesimi a ripagare la stessa somma a un pensionato che aveva deciso di avviare una causa legale. A darne notizia è il Codacons, che annuncia ora una pioggia di azioni legali. Come si legge nella sentenza, il giudice ha infatti dichiarato «illegittimo il cambiamento di prezzo del cappuccino effettuato il giorno 1° gennaio 2002, in quanto avvenuto durante il periodo di conversione dell'euro; e per l'effetto condanna la convenuta a restituire all'attore la somma di 0,23 euro». Il commerciante è stato inoltre condannata a pagare anche le spese legali. «Ora - afferma Carlo Rienzi, presidente del Codacons - tutti i cittadini che, seguendo i consigli dell'Intesa dei consumatori, hanno conservato gli scontrini che attestano gli arrotondamenti al rialzo avvenuti a partire dal primo gennaio 2002, potranno intentare cause analoghe, avvalendosi dell'importantissima decisione del giudice di Civitavecchia». Intanto, da un'indagine di BancaFinanza in collaborazione con Eta Meta Research risulta che in Italia una famiglia su due è a rischio indebitamento. A lanciare l'allarme sono 50 direttori delle più grandi aziende di credito e istituti finanziari, secondo i quali se per metà famiglie i conti non tornano e gestire il budget mensile diventa sempre più difficile, il 47% degli direttori intervistati afferma che la causa va ricercata nella «mancanza di una vera cultura della gestione del bilancio familiare». Bisognerebbe, in sostanza, «trasformare le famiglie in piccole aziende», nelle quali far regnare il principio supremo della «pianificazione e controllo d'impresa». Decisamente demodè l'idea di un «presidente», ovvero un solo membro della famiglia che si occupi di gestire la situazione economica.

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