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Case enti, è guerra dei prezzi

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Tesoro: a breve saranno dati chiarimenti sui criteri delle dismissioni

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Il ministero dell'Economia interviene e assicura: «Presto verranno chiariti i criteri di vendita degli immobili»; la questione dunque verrà risolta «nei prossimi giorni» e «verranno indicate le modalità con le quali Scip proseguirà le dismissioni - fa sapere il ministero - in linea con quanto previsto dalla norma». La questione nasce con la norma della Finanziaria 2004 che ha reintrodotto il principio secondo il quale gli inquilini che avevano manifestato la volontà di acquistare la casa dell'ente previdenziale (escluse quelle di pregio) entro il 31 ottobre 2001 possono usufruire delle condizioni di mercato vigenti in quel periodo. La Finanziaria aveva corretto il decretone collegato alla manovra che invece lasciava il via libera agli aumenti secondo gli adeguamenti di mercato intervenuti in questi due anni. Le associazioni degli inquilini denunciano che già alcune migliaia di cittadini hanno acquistato a prezzi maggiorati e che, nonostante la norma della Finanziaria in vigore da inizio anno, «sono in calendario per gennaio oltre 2.000 rogiti a condizioni più gravose di quelle imposte dalla legge». Secondo le associazioni si tratterrebbe di aumenti nell'ordine del 30%. «Il governo si inchina alla volontà del Parlamento e intende essere fedele alla legge», ha detto ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi, rispondendo al question time alla Camera. Ma il ministro aggiunge che bisogna anche tenere conto della volontà degli enti. Affermazione che scatena ancora di più le polemiche. «Il governo si assuma in pieno le sue responsabilità», commenta Luigi Pallotta del Sunia rilevando che «gli enti sono semplici esecutori» e che «Scip, proprietaria del patrimonio in vendita è una società costituita dal ministero del Tesoro» e che dunque le decisioni spettano a Via XX Settembre. Teodoro Buontempo di An rileva che è in atto «un ricatto insostenibile: si comunicano i rogiti per l'acquisto a prezzi di mercato e non a quelli, molto inferiori, dell'ottobre 2001». Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini hanno anche chiesto di sospendere tutte le vendite per rideterminare i prezzi. A rischio ci sono infatti circa 6.000 possibili cause.

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