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I PREZZI del petrolio volano sui mercati internazionali, sfondando di nuovo quota 35 dollari al barile.

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Vale a dire 15 vecchie lire in più che si traducono in un aggravio, per ogni pieno per un auto di media cilindrata, di quasi mille vecchie lire (circa mezzo euro). Un nuovo round di rincari, quello registrato da giovedì scorso nei distributori italiani, che se associato all'aumento scattato da inizio del 2004 (intorno ad altri 0,006 euro) porta l'incremento complessivo a 0,014 euro al litro, vale a dire poco meno di 30 vecchie lire per chi ancora non ha dimestichezza - per i prezzi dei carburanti - con le misure di grandezza della moneta unica. Annullato completamente ogni beneficio dell'apprezzamento dell'euro sul dollaro (valuta di riferimento dell'interscambio petrolifero), i prezzi alla pompa, dall'inizio dell'anno, stanno risentendo principalmente dell'aumento delle quotazioni della materia prima sui mercati internazionali (il Platt's per l'Europa), legato all'impennata dell'oro nero che da giorni registra nuovi massimi degli ultimi 10 mesi. Il petrolio sta viaggiando cioè sui livelli mai raggiunti dalla vigilia dell'inizio della guerra in Iraq della primavera scorsa. Impennata quella del petrolio che risente principalmente - secondo il commento degli operatori - della massiccia ondata di gelo che sta interessando l'America del Nord, spingendo i consumi a tutto gas, e riducendo, di conseguenza, le scorte che - secondo gli ultimi dati - viaggiano ai livelli più bassi degli ultimi 28 anni (per ritrovare riserve Usa così esigue bisogna cioè risalire al lontano 1975, ai tempi cioè dei grandi shock petroliferi).

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