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Vola il prezzo del petrolio Occhi puntati sull'Opec

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A spingere le quotazioni che a Londra hanno segnato ieri un rialzo del 2,3% e a New York un progresso del 2% appunto a 34,70 dollari al barile, gioca la situazione meteorologica americana. L'ondata di gelo che sta investendo il Nord del nuovo continente sta infatti facendo aumentare la domanda di circa il 30% rispetto alle medie stagionali. Le raffinerie Usa viaggiano così a tutto gas per far fronte al fabbisogno, attingendo a piene mani dalle scorte che registrano il livello più basso mai raggiunto da oltre 25 anni. Gli ultimi dati sulle riserve indicano infatti una riduzione a 269 milioni di barili. E mentre i prezzi del greggio solo nel giro dell'ultima settimana registrano così un rialzo complessivo di circa il 6,3%, gli occhi degli operatori sono ora puntati sull'Opec. Il paniere dei greggi prodotti dai Paesi del Cartello è ormai da 25 giorni sopra la forchetta di 22-28 dollari indicata dalla stessa organizzazione come range di riferimento. Un elemento che lascerebbe presupporre un prossimo intervento Opec sulle quote di produzione: l'organizzazione ha infatti sempre sostenuto che, nel caso di un greggio sopra o sotto la forchetta per 15 giorni consecutivi, sarebbe intervenuta con un aggiustamento delle quote produttive in grado di riportare il prezzo nel range indicato. Ma finora il Cartello non sembrerebbe orientato in questa direzione.

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