Pezzotta: l'inflazione programmata va rivista
Ma sia ben chiaro i due tavoli vanno tenuti distinti altrimenti si fa confusione». Il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta, alla vigilia della riapertura della trattativa sulle pensioni lancia un messaggio chiaro. «I due temi vanno tenuti distinti». Poi boccia la proposta del sottosegretario al Welfare Sacconi di una revisione dell'accordo del '93 sulla politica dei redditi con un «ritorno ad una specie di scala mobile territoriale». Infine chiede al governo di rivedere il tasso d'inflazione programmato ma incassa subito un no secco dal ministro del Welfare Maroni. La Cisl presenterà una proposta di modifica dell'accordo del '93 sulla politica dei redditi? «Innanzitutto va detto che la questione dei salari non può essere affrontata nella stessa trattativa delle pensioni. Prima troviamo un accordo sulla previdenza e facciamolo al più presto possibile e poi affrontiamo il nodo della perdita del potere d'acquisto dei salari. Io ho già chiesto a Uil e Cgil di incontrarci per mettere a punto una proposta unitaria. Quanto al governo se vuole dare un segnale di attenzione a questo tema cominci ritoccando il tasso d'inflazione programmato». Vuol dire alzare il tetto stabilito dal Documento di Programmazione economico? «Dall'1,4% indicato dal governo al 2,7% rilevato dall'Istat c'è di mezzo il mare. Va rivisto non c'è dubbio, occorre un'inflazione programmata che sia più credibile. Poi bisogna rinnovare i contratti nei tempi giusti senza le lunghe attese a cui siamo costretti in diversi settori». Le associazioni dei consumatori sostengono che l'aumento delle pensioni è stato già annullato dai rincari delle tariffe di inizio anno. «Qui sta il punto. C'è un problema reale di garantire il mantenimento del potere d'acquisto di salari e pensioni. Il ministro Maroni dovrebbe cominciare a non far aumentare le tariffe oltre il tasso d'inflazione programmato dal governo ovvero non oltre l'1,4%. In questo modo darebbe un grande contributo alla politica dei redditi. L'inflazione programmata non può valere solo per i salari». Sulle pensioni come arrivare a un'intesa in tempi rapidi? «Bisogna fare le cose possibili e il resto andrà affrontato nella verifica del 2005. È vero, le distanze tra noi e il governo sono abbastanza ampie. Spetta al governo dimostrarsi disponibile ad avvicinarsi alle richieste sindacali».