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Maroni: allarme ingiustificato sulle pensioni al minimo

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000revisioni». Il ministro del Welfare, Roberto Maroni passa all'attacco e alla vigilia dell'incontro con i sindacati per la trattativa sulla riforma delle pensioni difende il provvedimento del Governo, sottolineando che «giudicare un intervento di natura sociale come un bluff o uno spot elettorale significa essere semplicemente in mala fede». Il ministro, facendo riferimento ai dati che indicherebbero 65.000 assegni a rischio taglio, precisa che «la revisione dell'Inps è in accordo con una legge che serve a garantire un aumento a chi ne ha diritto». Una legge, aggiunge il ministro, che «non è sbagliata, ma è incompleta: il Governo ha l'obiettivo di completarla nelle due prossime finanziarie modificando il meccanismo di calcolo dei redditi familiari». Maroni tiene soprattutto a sottolineare il valore del provvedimento con cui l'esecutivo ha portato a 516 euro le pensioni minime: «sfido chiunque non sia mosso da pregiudizio ideologico a dire che è uno spot elettorale o una promessa non mantenuta. È uno strumento innovativo, il resto è solo allarmismo che non è basato sui numeri ma su pregiudizi politici».

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