La Borsa assorbe lo shock della Parmalat
Il Mibtel ha chiuso infatti con un guadagno dell'1,62% a 20.24593 grazie soprattutto al rimbalzo dei gruppi bancari, Capitalia in primis, che avevano finanziato la società emiliana. Non si arrestano infatti gli acquisti su Capitalia, che dopo aver chiuso il 2003 con la miglior performance del Mib30 inaugura il 2004 con un altro deciso passo avanti (+3% a 2,403). Ben trattata anche Bnl (+2,11% a 1,935) e, nel risparmio gestito, Mediolanum (+2,06% a 6,383), così come Fineco (+3,31% a 0,577). Gli investitori riscoprono Telecom sulle attese di un buon 2004 per le tlc e spingono l'ammiraglia di Marco Tronchetti Provera in rialzo del 3,45% a 2,431 euro. Forte anche Pirelli (+3,14% a 0,8319), passo più lento per Tim (+1,02%a 4,36). Nel settore editoriale in luce Telecom Italia Media (+2,33% a 0,4034) e, fra i titoli maggiori, Mediaset (+2,77% a 9,681). Acquisti sul comparto petrolifero, dove Eni mette a segno un rialzo del 2,9% a 15,394 euro e Saipem del 2,18% a 6,559. Meno tonici nell'energia Enel (+1,37% a 5,464) ed Edison (+1,77% a 1,496). Fiat intanto termina la seduta con un +0,85% a 6,134. Fa meglio Ifil (+3,38% a 2,72). Supereuro non apre l' anno col botto; la moneta unica si è avvicinata infatti nella mattinata, con un massimo di seduta a 1,2628, al fresco record di 1,2647 segnato a Capodanno ma poi è arretrata leggermente nel pomeriggio in concomitanza con la diffusione dell' indice Ism manifatturiero balzato a dicembre a 66,2 molto sopra le attese e al livello massimo da 20 anni. All' avvio tonico dell' euro, tornato sopra quota 1,26 da 1,2595 della chiusura di mercoledì, aveva contribuito l'indice pmi manifatturiero di dicembre per Eurolandia rilevato da Reuters, salito a 52,4 da 52,2 del mese precedente e al massimo livello dal primo gennaio 2001. La moneta unica è poi però nuovamente scesa sotto quota 1,26 in seguito al dato sull' Ism manifatturiero che segnala una situazione incoraggiante dell' economia Usa, in scia alla quale la Federal Reserve potrebbe anche decidere quel rialzo dei tassi che non sembra sino a ora in programma e che gioverebbe invece al dollaro. Quest' ultimo è infatti penalizzato dai rendimenti inferiori dei Treasury Usa rispetto a quelli europei. Ieri il minidollaro ha abbassato comunque il capo soprattutto nei confronti dello yen, scivolando a quota 106,93 da 107,22 di mercoledì scorso.