Borsa, il 2003 è stato l'anno della riscossa
L'euro continua la sua corsa senza ostacoli, toccando il nuovo record storico sul dollaro a 1,2513
Il 2003, infatti, ha registrato corposi e generalizzati progressi, con il Brasile al «top» di questa classifica, considerato che l'indice Bovespa ha messo a segno un progresso di quasi il 100% rispetto ai valori di fine 2002. In assoluto, peraltro, chi ha avuto la fortuna di scommettere sulla Borsa dello Zimbabwe, e in particolare sui titoli del comparto minerario, avrà ottenuto le maggiori soddisfazioni; il relativo indice è infatti schizzato di quasi il 1.900%, approfittando del forte rialzo delle quotazioni delle commodity, cioè le materie prime. Un risultato che in ogni caso va preso con le pinze, se si considera al tempo stesso il vistoso deprezzamento della valuta locale. Brasile a parte, la graduatoria relativa alle performance dei più importanti indici di Borsa mondiali vede al primo posto il Nasdaq composite, cioè l' indice dei titoli tecnologici statunitense. In questo caso, il guadagno supera il 50%, anche se il livello attuale dell' indice - che proprio ieri ha superato nuovamente i 2.000 punti - resta sempre molto distante dai massimi storici toccati nel 2000, ben al di là dei 5.000 punti. Quanto al Dow Jones ed allo S&P 500, gli altri due benchmark del mercato azionario statunitense, il guadagno è nell'ordine del 25-26%. In Europa, l'andamento più brillante è stato quello della Borsa di Francoforte, con l'indice Dax in progresso di oltre il 37%, mentre a Milano il Mib30 si è limitato ad un guadagno di poco superiore al 12%. Per quanto riguarda le borse asiatiche, a Tokyo il Nikkei 225 ha segnato una crescita del 24,45% da inizio anno (la borsa giapponese ha chiuso ieri ufficialmente i battenti per quanto riguarda il 2003, in anticipo rispetto alle altre). Il rialzo più sostenuto l'ha peraltro conseguito Hong Kong, in quanto l'indice Hang Seng registra un balzo annuo del 34,4%. Quello che sta per chiudersi è stato anche un anno straordinario per l'euro. Anche ieri la valuta unica ha continuato la sua corsa, arrotondando ulteriormente il record storico sul dollaro, a quota 1,2542 dopo aver toccato un nuovo record storico a 1,2513. Nei prossimi mesi, secondo Roberto Mialich di Ubm, sarà cruciale per le banche centrali impedire che un nuovo rialzo delle proprie monete sul dollaro possa mettere a rischio la ripresa delle rispettive economie. «Concedere agli Usa anche un nuovo deprezzamento del cambio perché la maggiore crescita usa trascini quella mondiale - afferma l'analista - potrebbe rivelarsi, a lungo, una scommessa pericolosa».