Prezzi bloccati a Natale anche per i ristoranti L'inflazione cala al 2,4%
Il dato, che dovrà comunque esser confermato dall'Istat nella stima preliminare del prossimo 5 gennaio e in quella definitiva del 15, ha lasciato positivamente sorpresi gran parte degli osservatori che si attendevano un nuovo aumento mensile dei prezzi con un carovita inchiodato al 2,5% di novembre. A contribuire alla boccata d'ossigeno prenatalizia sarebbe stato, secondo gli analisti, in gran parte il supereuro che riversa finalmente i suoi effetti su materie prime e prodotti importati: prova ne è, tra le altre cose, il crollo dei prezzi dei telefoni cellulari. Un buon contributo è venuto poi anche dalla generale diminuzione delle quotazioni degli alimentari in molte città: spicca il caso di Venezia dove scampi, orate e limoni costano rispettivamente il 9,1 e il 12,6% in meno di un mese fa). Positivo anche il rientro dei prezzi del capitolo «alberghi, ristoranti e pubblici esercizi» che oltre a veder definitivamente esauriti gli effetti arrotondamento dell'euro, gode anche di un contributo tradizionalmente favorevole dato dalla stagionalità. «Gli effetti del cambio si fanno sentire» osserva Gianluigi Mandruzzato di Banca Intesa al quale fa eco Donato Berardi del Ref che osserva come «iniziamo finalmente a vedere qualche beneficio per i consumatori». Nonostante la flessione superiore alle attese di dicembre, tuttavia, nelle rilevazioni degli uffici studi il tasso medio di inflazione per il 2003 resta fermo al 2,7%. Stante la nuova diminuzione di questo mese, osserva tuttavia Ubs, i prezzi italiani stanno rientrando a un passo «molto lento» e sono ancora superiori dello 0,5% rispetto alla media di Eurolandia. Le buone notizie proseguono invece nel segmento delle comunicazioni, dove grazie soprattutto alla maggior convenienza di cellulari e altri prodotti di telefonia arrivati dall'Asia il livello di inflazione è sceso da agosto scorso del 3-4%.