Parmalat, si tratta ancora sul Brasile

Questo lo stato dei lavori sui fronti esterni di Parmalat, che ha registrato un'altra giornata nera in Borsa (-9,19), mentre, all'interno, gli advisor - più di 20 persone se si contano i revisori di PriceWaterhouseCoopers - sono state impegnate anche ieri negli uffici di Collecchio a passare in rassegna conti e documenti. Già a cavallo di Natale - da quanto si è appreso - Enrico Bondi e la sua squadra contano di poter avere le prime indicazioni sulla situazione del gruppo che, per alcuni aspetti, si sarebbe già rivelata più intricata delle attese. L'obiettivo sarebbe quello di arrivare ad abbozzare per l'Epifania qualche ipotesi di intervento. Proprio in attesa dei risultati degli accertamenti avviati da PriceWaterhouseCoopers in particolare su Epicurum e Bonlat sono stati sospesi i contatti col fondo delle Cayman per individuare termini e modalità per il recupero della quota investita da Parmalat. Nel frattempo, dopo che il gruppo italiano non ha pagato quanto dovuto a fronte degli impegni in scadenza il 17 dicembre con gli azionisti di minoranza della brasiliana Parmalat Empreedimentos e Administracao, il nuovo termine per chiudere le trattative con Bank of America è per lunedì 22. Da Capitalia arriva un salvagente: l'istituto capitolino è disposto a rilevare la quota Tanzi in Mcc, la merchant bank del gruppo presieduto da Cesare Geronzi. Capitalia ha concesso un'opzione di vendita esercitabile «in qualsiasi momento» fino al 30 giugno: prezzo unitario 15,36 euro, per un totale di 21,9 milioni. Ma non sono solo gli aspetti finanziari della vicenda a destare preoccupazione. Dal Brasile il quotidiano finanziario «Valor» rende noto che Parmalat do Brasil ha inviato nei giorni scorsi una lettera ai suoi fornitori rinviando i pagamenti per «proteggere le attività nel Paese». In Italia, dove la scorsa settimana l'Unalat (l'Unione nazionale dei produttori di latte) ha denunciato che da più di un anno si registrano ritardi nei pagamenti (120 giorni in media contro i 60 dei contratti), Confagricoltura lancia un appello ai nuovi vertici di Parmalat e chiede che sia garantita ai produttori italiani di latte la necessaria liquidità. «Se non si tiene conto di questo, nel giro di poco tempo - sottolinea l'organizzazione - ci saranno effetti a catena che colpiranno prima gli allevatori e poi l'indotto commerciale, di servizi e di fornitura di mezzi tecnici, attivato nella filiera latte».