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MILANO - E' stato il giorno della svolta per Parmalat.

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Bondi non lascerà per il momento l'incarico ai vertici della Lucchini di Brescia. Le prime mosse del supermanager che ha già salvato la Montedison sarà capire il più presto possibile le perdite del gruppo e nel caso avviare la cessione di asset aziendali per fare rientrare nuove risorse. Entro gennaio dovrà presentare il piano di ristrutturazione. In cda sono stati cooptati inoltre Guido Angiolini, oggi amministratore delegato di Premafin, con delega di ammistratore e controllo e Umberto Tracanella vicepresidente di Edison, entrato di recente per volontà di Bondi anche nel cda della Lucchini. Bondi, Angiolini e Tracenella costituiscono un nuovo comitato esecutivo a tre dopo le dimissioni dei precedenti componenti, tra cui il fratello di Tanzi, Giovanni. Il cda inoltre ha dato l'incarico a Bondi di conferire mandato a Lazard e Mediobanca per assistere il gruppo nell'esame della situazione economica, finanziaria e patrimoniale. La Borsa però non ha gradito l'attesa di un cambiamento. E c'è stata un'altra fuga dalle azioni del gruppo tanto che il titolo è stato più volte sospeso dalle contrattazioni a Piazza Affari chiudendo con un ribasso del 20% a 0,8 euro. In tre giorni e partendo da 2,23 euro la società alimentare ha lasciato sul terreno il 64% e la capitalizzazione si è ridotta di quasi di due terzi attestandosi a 652,5 milioni di euro, da 1,8 miliardi. I titoli scambiati in queste ultime tre giornate sono stati enormi: sono infatti passate di mano la bellezza di 589,8 milioni di azioni, pari al 72% dell' intero capitale sociale. Ma sul piede di guerra non ci sono solo gli investitori. Anche l'Intesa dei consumatori è pronta ad avviare misure giudiziarie se i prossimi bond in scadenza entro fine anno non saranno risarciti. In difesa dei consumatori è scesa in campo anche Deminor che starebbe valutando l'ipotesi di contattare altre associazioni per fare fronte comune nella difesa legale dei possessori di obbligazioni Parmalat. E' la fine di un'epoca per la famiglia Tanzi. Calisto è alla guida di Parmalat, nata come azienda di famiglia, dalla morte del padre nel 1961. Da allora, puntando sul latte, la piccola azienda emiliana è diventata una multinazionale, uno dei massimi produttori di latte al mondo con un fatturato di 7 miliardi di euro ma con debiti per 6. Ma pare proprio che le banche non abbiano intenzione di portare questo gioiello italiano al fallimento.

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