Enel, multa da 2,5 milioni per posizione dominante
Il verdetto giunge al termine di un'istruttoria avviata dal Garante della Concorrenza nel marzo dello scorso anno le cui conclusioni sono slittate più volte. I fatti contestati risalgono al 2001, quando ai vertici del gruppo c'erano Franco Tatò e Chicco Testa. Nel frattempo la società ha cambiato nome, da Enel Trade a Enel Energia, ed è profondamente cambiato lo scenario di riferimento: oggi il gruppo guidato da Paolo Scaroni è sceso al 10% del mercato rispetto al 37% del 2001 e il numero di competitor si è moltiplicato. A giudizio dell'Autorità Enel Spa, «tramite la controllata Enel Energia Spa (già Enel Trade), ha abusato della sua posizione dominante nel mercato della vendita di energia elettrica ai clienti idonei». In particolare, l'istruttoria ha accertato che «la politica commerciale di ENEL, tramite ENEL Energia, per la fornitura di energia elettrica nell'anno 2002, ha costituito una violazione grave dell'articolo 82 del Trattato CE, in quanto ha avuto carattere fidelizzante ed escludente». Da qui la sanzione di 2,5 milioni di euro, «considerando la consistenza del numero di operatori idonei colpiti da tale strategia (circa il 17% del totale), la durata limitata nel tempo (da fine 2001 a fine 2002) di tali contratti e la sospensione ad ottobre 2002 delle maggiorazioni di prezzo». «La clausola di esclusiva sull'energia estera, i divieti all'acquisto di energia nazionale, da terzi o tramite aste CIP 6, le maggiorazioni di prezzo, nel caso di acquisti di energia da specifiche fonti di approvvigionamento alternative ad Enel Energia, insieme all'erogazione di un bonus a fine 2001 ai clienti che avessero rinnovato il contratto per l'anno successivo» secondo l'Antitrust «sono state idonee a consentire ad ENEL di porsi come unico interlocutore per il soddisfacimento integrale del fabbisogno energetico di una parte dei clienti idonei».