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L'AUTHORITY per l'energia chiude l'indagine sul blackout - o meglio dei distacchi - del 26 giugno e manda ...

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Ma sul banco degli imputati l'Autorità mette anche il Grtn ordinandogli di «cessare alcuni comportamenti lesivi dei diritti degli utenti». Le conclusioni dell'indagine sulle interruzioni e di elettricità che a fine giugno crearono problemi a circa 7,3 milioni di utenti che dovettero fare i conti con ascensori bloccati, semafori in tilt e interruzioni della fornitura della luce per circa un ora e mezza ciascuna, sono state diffuse ieri. Le interruzioni che si verificarono il 26 giugno scorso - ricorda il voluminoso fascicolo conclusivo dell'indagine che l'Autorità aveva aperta il primo luglio scorso - sono legate a cause congiunturali (l'ondata di afa e siccità che spinse al massimo l'uso dei condizionatori), ma anche da motivi strutturali quali l'insufficienza della capacità di generazione, l'elevato grado di dipendenza dall' estero e l'inadeguatezza delle interconnessioni oltre frontiera. Uno scenario cui si è aggiunta, quel giorno, la riduzione - comunicata comunque nei tempi adeguati - delle esportazioni francesi verso l'Italia per 800 mw. Ma a fronte di questo scenario l'Autorità lascia intendere anche la responsabilità dei soggetti italiani interessati. Primo tra tutti l'Enel, sia per quanto riguarda il suo ruolo di Acquirente Unico (ovvero garante della fornitura del servizio al mercato vincolato) sia per il fatto che la società non aveva disponibili (erano cioè fermi e spenti) molti impianti che, invece, avrebbero dovuto essere in funzione. Immediata la replica dell'Enel: Nessuna irregolarità e nessun giallo nel fermo impianti dell'Enel, che è stato regolarmente comunicato dalla società all'Authority. Non solo: nel corso dell'estate, il gruppo ha fatto uno «sforzo eccezionale per far fronte alla straordinaria domanda. Il parco centrali ha lavorato all'85% delle sue capacità, fornendo spesso oltre il 50% della produzione di energia elettrica».

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