Conto alla rovescia per la privatizzazione

Il debutto a Piazza Affari della società dell'Enel proprietaria del 90% della rete elettrica ad alta tensione, è annunciato per il prossimo anno ma il governo deve ancora scandire tappe, condizioni e modalità dell'operazione. Termine ultimo è il 28 dicembre, data alla quale la Presidenza del Consiglio dovrebbe presentare un Dpcm con le istruzioni del caso. Tecnici e advisor -per l'Enel Mediobanca e Goldman Sachs, per il Tesoro si parla di Deutsche Bank- stanno lavorando al dossier. Rimane però da sciogliere il rebus sulla fusione con il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale. Il decreto anti-black out convertito in legge a ottobre prevede il matrimonio fra la Terna e il Grtn, la società cui ora è affidato il compito di gestire i flussi di elettricità sulla rete e l'obbligo all'Enel di scendere al 20% al massimo della futura società di reti. Non è però ancora chiaro se il collocamento in borsa di Terna, annunciato dall'amministratore delegato di Enel Paolo Scaroni per metà del 2004, avverrà prima o dopo la fusione con il Grtn. Secondo alcune indiscrezioni, l'orientamento potrebbe essere quello di mettere sul mercato una prima tranche del 50% di Terna entro l'estate e un altro 50% a fine anno, celebrando solo dopo le nozze con il Grtn. Questa soluzione però pone problemi tecnici. «Se si sceglie di fare prima l'unificazione, bisogna procedere in tempi stretti» sostiene l'amministratore delegato del Grtn, Luca d'Agnese -. Se invece si va prima in borsa e poi si unifica, serve un chiarimento e un quadro certo». Quanto all'ipotesi di creare un'unica società fra Terna-Grtn e Snamretegas, d'Agnese suggerisce «un passo alla volta». «L'unificazione con Snam ReteGas è come minimo una seconda priorità. Le sinergie industriali vanno approfondite e sono certamente inferiori a quelle Terna-Grtn». Per ora, rileva D'Agnese, la priorità »è la fusione Terna-Grtn: prima la si fa, meglio è. Non vorrei che preoccupandosi di Snam ReteGas-Terna, si finisca col bloccare Terna-Grtn».