Finanziaria, il condono fiscale non sarà inserito nel decreto legge
È questo l'epilogo dello scontro che ieri ha infiammato Montecitorio. Il primo a levare gli scudi è stato il presidente della commissione Bilancio, Giancarlo Giorgetti (Lega), il quale ha detto senza mezzi termini che «se ci sarà un decreto allora bisognerà cambiare anche la Finanziaria. A questo punto i nostri lavori non hanno più senso». Un duro attacco, quindi, al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che ha previsto il provvedimento fiscale in piena sessione di bilancio. Proteste dall'opposizione, ma anche dagli stessi esponeti della maggioranza, a cominciare dal relatore al decretone, Francesco Saverio Romano (Udc). A questo punto l'estensione del condono fiscale potrebbe entrare direttamente in Finanziaria, sotto forma di emendamento del governo. Il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, intervenendo in commissione, dopo aver escluso l'utilizzo del decreto legislativo, ha annunciato che l'esecutivo sta valutando l'ipotesi di presentare un emendamento alla Finanziaria in materia. Il lavoro della commissione Bilancio prosegue a singhiozzo, non solo a causa dei problemi politici, ma anche per la ripresa dei lavori dell'aula, tanto che il via libera della commissione alla Finanziaria potrebbe slittare a venerdì. Intanto, la commissione ha ieri approvato una serie di novità alla manovra 2004. A cominciare da un emendamento del relatore, che aumenta il tetto di spesa su cui ottenere gli sgravi sulle ristrutturazioni edilizie. Lo sconto sull'Irpef rimane confermato nella versione del Senato che lo aveva già alzato dal 36 al 41%, ma il tetto massimo di spesa sale a 60 mila euro rispetto ai 47 mila fissati dal Senato. Aumentano, poi, le risorse da destinare agli enti locali per complessivi 250 mln di euro. Con l'approvazione di un emendamento del relatore vengono adeguati all'inflazione i trasferimenti per il 2004 in misura di 180 mln di euro, distribuiti per il 50% ai Comuni «sotto dotati» e per il 50% alla generalità dei Comuni. Altri 50 milioni di euro vengono destinati ai comuni con meno di 3.000 abitanti. A queste risorse si aggiungono quelle previste dall'emendamento approvato ieri notte, che stanzia 20 milioni per l'Unione dei Comuni e le comunità montane. Tra le novità introdotte alla Finanziaria anche una «tretta» sulle compravendite. In pratica, chi aderirà alle nuove regole pagherà di più nel caso di acquisto di un immobile mettendosi però al riparo da accertamenti fiscali e dal rischio di rescissione. L'emendamento consentirà di reperire risorse (140 milioni nel 2004 e altrettanti nel 2005 e 2006) da destinare ai Comuni. Viene in pratica modificato l'articolo 52 del testo unico sull'imposta di registro, rivalutando il «moltiplicatore» previsto in caso di transazione del 10%. Infine, cambia il concordato preventivo varato pochi giorni fa con il decretone collegato alla finanziaria. Per gli esercenti che aderiranno al concordato non ci sarà più l'obbligo di emettere fattura, che scomparirà come già accaduto per scontrini e ricevute. La modifica prevede anche la sospensione della licenza per i contribuenti che, non avvalendosi del concordato, siano colti a non rilasciare scontrino o ricevuta per tre volte in cinque anni.