UNA PIOGGIA di emendamenti, oltre 4 mila, sono piovuti sulla legge Finanziaria che da martedì inizierà ...
E a chiedere modifiche sono quasi imparzialmente maggioranza e opposizione, così come è stato sottoscritto da esponenti di entrambi gli schieramenti un emendamento a favore delle madri in difficoltàche decidono di dare l'assenso all'adozione dei figli invece di abbandonarli. Nel dettaglio «al fine di incentivare la natalità» si propone di concedere 1.500 euro per ogni figlio nato nel 2004 ed affidato ad un istituto sanitario pubblico «ai fini dell'adozione o dell'affido». La norma, che varrebbe anche per le cittadine extracomunitarie, è stata presentata da cinque parlamentari della commissione Finanze di Montecitorio, Mario Lettieri (Margherita), Giorgio Benvenuto (DS), Gabriella Pistone (Pdci), Vittorio Emanuele Falsitta (FI) e Maurizio Leo (AN) che propongono, per reperire risorse, di porre un tetto di reddito a quota 50.000 euro al bonus figli già previsto dal maxi decreto collegato e di elevare di 30 milioni di euro il relativo stanziamento. Ma su questa strada i paletti sono stretti. Proprio ieri il ministro Maroni (nella foto) ha ricordato che da lunedì scatterà il bonus di mille euro a favore del secondo figlio. In totale come detto alla fine sono stati 4.532 gli emendamenti alla Finanziaria depositati in commissione Bilancio ed entro lunedì ci sarà una prima selezione sulla base della loro ammissibilità. Di questi 1.819, poco più del 40%, sono gli emendamenti che arrivano dalla maggioranza. All'interno della Casa della Libertà, il primo posto lo occupa Forza Italia con 800 emendamenti, segue Alleanza Nazionale con 457, l'Udc con 295 e la Lega con 241. Dall'opposizione provengono, invece, 2.609 emendamenti con i DS a fare la parte del leone (1.273 le proposte di modifica presentate), seguiti dalla Margherita (682), Verdi (241), Comunisti Italiani (164) e Rifondazione (110). I restanti emendamenti provengono dalle commissioni parlamentari. Una mole di richieste che sorprende ma non preoccupa il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas. «Siamo disposti a discutere modifiche, ma con due capisaldi: non deve aumentare la spesa e non si può stravolgere il maxi-decreto». Intanto i Comuni per protesta contro il taglio dei fondi minacciano di chiudere i servizi sociali.