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Ricerca, solo il Lazio ci crede e investe più del Giappone

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Le regioni italiane dedicano alla ricerca e allo sviluppo una percentuale ridotta del Pil, fatta eccezione per il Lazio, che supera la media nazionale, quella Ue e, addirittura, si colloca al di sopra di quella statunitense e giapponese. Lo rileva il Primo quadro regionale di valutazione dell'innovazione della Regione Lazio, elaborato dalla Filas, la Finanziaria laziale di sviluppo. Dal rapporto emerge che gli enti pubblici italiani destinano alla ricerca solo 0,53% del pil, una percentuale inferiore sia alla media europea (0,67%) sia a quella statunitense (0,66%) e giapponese (0,87%). Un gap internazionale che si amplia ancora di più se si guardano gli investimenti nella ricerca effettuati dalle aziende private. Se negli Stati Uniti e in Giappone le imprese dedicano alla ricerca rispettivamente il 2,04 e il 2,11% del pil, in Italia questa percentuale scende allo 0,53% e risulta nettamente inferiore anche alla media dell'Unione europea (1,28%). A livello regionale il Lazio è sicuramente la meglio piazzata in termini di investimenti in ricerca sia sul fronte degli enti pubblici che su quello delle aziende private, con quote pari all'1,37 e allo 0,62%. Se per quanto riguarda il rapporto fra enti pubblici e ricerca l'Italia non risulta divisa in due, sul fronte delle imprese il divario è ampio: le aziende del Nord sono le più propense ad investire in research & development. «Gli ultimi anni hanno visto verificarsi uno sviluppo vertiginoso delle tecnologie - dice l'assessore regionale al Bilancio della Regione Lazio, Andrea Augello -. Da tempo tutte le azioni della Regione Lazio puntano a sostenere la competitività del territorio e a migliorare le caratteristiche innovative delle imprese. L'obiettivo è costruire un sistema di governo dell'innovazione regionale per ottenere direttrici e linee guida per l'ottimizzazione delle politiche e delle infrastrutture».

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