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Quali redditi dichiarare DALLA lettera dell'InpsS sul Red, e anche dall'articolo ...

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A me sembra che non sia così. Ritengo, infatti, che solo i titolari di pensioni c.d. "sociali" debbano indicare i redditi propri e anche di quelli del proprio nucleo familiare. Invece i titolari di pensioni diverse dalle sociali, es: di vecchiaia, di reversibilità, siano tenuti ad indicare il reddito proprio e solo quello. Del resto anche la pensione di reversibilità è soggetta a riduzioni in relazione al reddito del titolare. È possibile avere un chiarimento? G. Col. - Roma La materia non è così semplice. Direi, anzi, che è piuttosto complessa. Ogni singola prestazione legata al reddito, infatti, viene determinata sulla base di redditi che possono essere, a volte, soltanto quelli personali (è il caso, ad esempio, delle pensioni integrate al minimo e liquidate fino ad una decina di anni fa, delle pensioni agli invalidi civili, della pensione di reversibilità…) oppure, come succede nella maggior parte dei casi, sulla base dei redditi cumulati con quelli del coniuge o degli altri componenti il nucleo familiare: è il caso della pensione e dell'assegno sociale, dell'assegno per il nucleo familiare, dell'integrazione al trattamento minimo per le pensioni più recenti, della maggiorazione sociale, dell'aumento delle pensioni minime ad un milione, dell'importo aggiuntivo di 155 euro circa di cui parliamo in questa stessa pagina, e si potrebbe continuare nell'elenco. Da qui la necessità, per gli enti previdenziali, di conoscere l'entità dei redditi anche dei familiari dei pensionati, secondo i casi. Invalidità civile come avere l'assegno SONO un pensionato Inps da febbraio del 2001, purtroppo nella categoria 10 (inabilità) con 36 anni di contributi versati a 59 anni di età. Nel febbraio 2002 dopo l'aggravarsi della mia patologia ed un mese di ospedale al Forlanini, ho fatto domanda di invalidità civile, ho passato regolare visita nel luglio 2002 ed in prima istanza nel novembre 2002 mi viene riconosciuta un'invalidità civile del 100% con diritto d'accompagno. La Asl di Monterotondo invia all'Inps tutta la documentazione alla fine di novembre 2002, assicurandomi, con un certo ottimismo, che entro pochi mesi l'Inps avrebbe iniziato ad inviare l'assegno di accompagno e relativi arretrati dal febbraio 2002, cioè dalla data della domanda di invalidità. Niente vedendo, a giugno 2003 con mia moglie ci rechiamo all'ufficio Inps territoriale e, alla domanda se è possibile sapere lo stato della pratica, la risposta è stata: «Consideri l'assegno e gli arretrati un dindarolo», prima o poi la pratica verrà elaborata. Siamo tornati all'inizio di questo mese e la risposta è stata (sempre con aria di tolleranza e sufficienza) più o meno simile alla precedente. Oltre al danno anche la beffa come si dice comunemente. Una vostra cortese risposta, commento o suggerimento, tramite la vostra rubrica sarebbe estremamente gradita. Massimo M. Monterotondo (Roma) Gentile signor Massimo, preferisco non commentare la risposta di quel signore al quale lei aveva rivolto una legittima richiesta. L'episodio, però, non deve far credere che nell'ambito degli uffici pubblici (ospedali, Asl, Inps e così via) non ci siano persone che fanno con coscienza il loro lavoro, consapevoli di fornire un servizio utile (a volte indispensabile). Purtroppo, tutti sappiamo qual è stata fino ad oggi la situazione delle pensioni di invalidità civile. Migliaia di pratiche in attesa di definizione per anni. E qui bisogna riconoscere che, con il passaggio delle competenze all'INPS, le cose sono nettamente migliorate, anche se ancora molto resta da fare. Sono convinto, pertanto, che la sua pratica sarà definita entro breve tempo, spero entro la fine dell'anno. Mi faccia sapere. La pensione dei commercianti SONO un commerciante di 57 anni. Ho intenzione di trasferire la mia attività a mio figlio, per cui sono andato negli uffici di un patronato per presentare la domanda di pe

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