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L'ITALIA rischia di rimanere, la prossima settimana, a secco per due giorni.

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Con un'eccezione, l'area del Metapontino in Basilicata, dove sono in corso le proteste contro la localizzazione del sito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Alla base dell'agitazione, che già poche settimane fa aveva visto i gestori scioperare per un'intera giornata, c'è la protesta contro la finanziaria, che non avrebbe riconfermato alcuni benefici fiscali per la categoria. E, ancora, la vicenda dei rinnovi delle concessioni per le stazioni di servizio autostradali che da tempo vede contrapporsi le tre organizzazioni di categoria dei gestori e la società Autostrade. Faib-Aisa Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio nel ricordare che la nuova serrata segue quella già realizzata il 6 novembre - che, ribadiscono, «ha registrato una forte adesione» - tornano così a sottolineare che «nonostante la pressante opera di dialogo che la categoria sta sostenendo nei confronti di Governo e Parlamento nessuna novità sostanziale è stata registrata nella vertenza. Ai gestori non rimane così che confermare la chiusura degli impianti per i giorni 26 e 27 novembre» per tornare a sollecitare «la conferma dei provvedimenti fiscali già riconosciuti negli anni precedenti ed il loro inserimento nella Finanziaria». I benzinai precisano così di tornare a scioperare per «impedire che alla grandissima parte dei gestori venga sottratta la propria occupazione da una parte dalla distrazione del governo centrale che ancora non ha inteso recuperare nel corpo della legge finanziaria 2004 i provvedimenti di natura fiscale essenziali per la categoria e, dall'altra, dalla prepotenza delle compagnie petrolifere che insistono in una opera, di desertificazione degli impianti attraverso la loro chiusura o la discesa diretta al pubblico per mezzo di gestioni dirette o paradirette».

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