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Scontro sui vincoli Fini: sì alla flessibilità ma senza fare sconti

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Il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini si è detto "ottimista sulle possibilità di giungere a un accordo che non evidenzi un contrasto". Mentre il presidente dell'europarlamento Pat Cox crede che non sia "il momento giusto per adottare nuove raccomandazioni anti-deficit per Francia e Germania". Per momento giusto, Cox intende il fatto che "uno dei due paesi sta uscendo dalla recessione e l'altro non va a pieno ritmo". Ma il commissario Ue per le Finanze, Pedro Solbes, non si smuove di un millimetro e conferma di essere contrario a qualsiasi "compromesso politico" nei confronti di Parigi e Berlino. Malgrado la decisione che l'Ecofin prenderà martedì, sulle raccomandazioni a Francia e Germania, sia per Solbes "la più difficile dalla nascita dell'Unione monetaria", il consiglio ha l'obbligo "di rispettare le regole che noi abbiamo preso insieme". Per il vicepremier italiano, che ieri a Francoforte ha parlato a un congresso di banchieri, "il giusto compromesso è giungere a un patto intelligentemente flessibile". Certo che si debba giungere a una soluzione positiva, per Fini è giusto tenere conto di due elementi indispensabili: "Francia e Germania non devono avere un trattamento privilegiato. Ma interpretare il Patto in maniera fiscale è dannoso per tutti". E il commissario europeo per le Finanze, Pedro Solbes, ribadisce il valore del Patto. Il punto principale è tenere il deficit dello Stato sotto il 3% del Pil. Cosa disattesa sia da Francia che da Germania che hanno sforato il limite giungendo a una percentuale quasi del 4%. Martedì 25 novembre, il consoiglio dei ministri delle finanze europei dovranno decidere le misure da prendere nei confronti della Germania. In caso di via libera (2/3 dei voti dell'assemblea) entro il 9 gennaio Berlino dovrà presentare un piano per il rientro dal deficit.

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